Essere giovane

Ma essere giovane vuol dire sognare dolcezza e inseguire la trasgressione?


Chi sono i nostri ragazzi? Che cosa sognano, desiderano, pretendono? Quelli che si mostrano in divisa bianca da kamikaze con una mannaia in mano come Francesco Sollecito nel suo blog sono gli stessi che fanno registrare al botteghino di Come tu mi vuoi record da due milioni di euro per ogni fine settimana? Si possono sognare allo stesso tempo trasgressioni letali e dolcezze infinite? Amanda che si mostra su un altro blog con una mitragliatrice tra le mani può essere la ragazza che, dopo aver visto il film di Volfango De Biasi, dichiara che la frase più bella è quella rivolta da Cristiana Capotondi a Nicolas Vaporidis: «Sei insapore, inodore, incolore, praticamente non sei nulla». Evidentemente no. Evidentemente sono due mondi giovanili opposti, quelli apparsi in questi giorni sui quotidiani. Da un lato, il piccolo mondo universitario di Perugia, con le sue imprevedibilisacche di insoddisfazione e di violenza. Dall’altro i giovani appassionati dai “film da pomeriggio” come quello di De Biasi che, pur non essendo affatto banali, procurano agli spettatori serenità e allegria, magari in contrasto con la loro vita di tutti i giorni. Comunque vada a finire, chiunque sia colpevole o innocente, la vicenda di Perugia rivela almeno due aspetti inquietanti. Il primo è la facilità dello spaccio di droga. Il mercato degli stupefacenti è diffuso dovunque, ma colpisce che a Perugia lo spaccio avvenga sulle scale del Duomo e trovi un’utenza - certo minoritaria, comunque allarmante - in una popolazione universitaria di 40 mila giovani. In uno degli interrogatori, Raffaele Sollecito ha ammesso candidamente: «Faccio uso di cannabis tutti i giorni di festa e tutte le volte che ne ho bisogno perché sono una persona ansiosa». Ammetto di essere nato alcuni secoli fa, ma confesso di non aver mai pensato che una canna potesse sostituire l’ansiolitico. E mi colpisce che i sostenitori della libertà di spinello abbiano dato sulla voce a quanti sostengono, sulla base della loro esperienza scientifica, che un ragazzo “fatto” delle cosiddette “droghe leggere” non possa più controllare il proprio comportamento. Il secondo aspetto inquietante della vicenda di Perugia è il livello di trasgressione considerato abituale da alcuni giovani. Raffaele Sollecito ha scritto sul suo blog: “Ormai sei cambiato e non si può tornare indietro. Si può sperare di trovare un giorno emozioni più forti che ti sorprendano ancora…”. Quali emozioni? E con quali limiti? Una frase come questa può significare tutto o nulla e, naturalmente, il contesto nel quale viene letta può influenzarne la valutazione. Eppure, prescindendo dal caso in esame, colpisce che la libertà dei rapporti sessuali, facilitata dall’incontro di giovani in una città di provincia, non sia più considerata un punto d’arrivo. A quasi 40 anni dal ’68 la libertà sessuale, ormai acquisita, è superata da comportamenti opposti: da un lato alcune ragazze riscoprono la verginità fino al matrimonio, dall’altro - più spesso - si cercano frontiere sempre nuove, senza pensare che nessun nuovo traguardo sarà l’ultimo possibile.
Arriviamo così a punire con le armi chi reagisce a un qualunque tipo di imposizione (forse Chiara a Garlasco) o chi rifiuta una anomala violenza sessuale (forse Meredith a Perugia). La tragica novità è questa. Chi non accetta, muore.


28/11/2007 - Bruno Vespa - grazia.blog.it

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Basta guerre nel mondo!