Armi, violenza sessuale e videocassette porno

Arrestato agricoltore


Dopo che i carabinieri lo hanno arrestato per una pistola nascosta in casa, la moglie lo ha denunciato per violenza sessuale. Due tegole giudiziarie di un certo peso sono cadute sulla testa di un agricoltore incensurato di Lizzano, il cinquantenne Cosimo Mele. L’uomo è finito nella rete dei militari della locale stazione e della Compagnia di Manduria i quali hanno eseguito una raffica di perquisizioni in paese dopo la sparatoria di giovedì scorso durante la quale è rimasto ferito un ventisettenne. I carabinieri hanno effettuato meticolosi controlli in diverse abitazioni e in quella di Mele sono riusciti a mettere le mani su una pistola con matricola limata, un coltello, un’ascia. Hanno anche sequestrato videocassette porno. La pistola era nascosta in un mobile. Per l’agricoltore è quindi scattato l’arresto per detenzione illegale di armi. E la moglie del cinquantenne ha approfittato della presenza dei carabinieri per denunciare la sua odissea. Maltrattata e sottoposta a vessazioni. Ha dovuto sopportare la violenza sessuale del marito contro la sua volontà. Insomma un quadro davvero desolante. All’insospettabile agricoltore sono state contestate anche le accuse di violenza sessuale e maltrattamenti. I militari dell’Arma hanno anche accompagnato la donna in ospedale affidandola ai sanitari per le cure del caso . La violenza domestica, purtroppo, è sempre in agguato. Mogli e conviventi picchiate e terrorizzate per anni, donne vittime di situazioni di dominio. I dati parlano chiaro: la violenza familiare da parte del proprio compagno è in Europa e nel mondo la prima causa di gravi problemi per le donne tra i 16 e i 44 anni. E il fenomeno non è certo circoscritto solo a realtà disagiate ma è presente anche in occidente come testimonia ad esempio la situazione degli Stati Uniti dove ogni quattro minuti una donna viene violentata o della Svezia dove ogni dieci giorni una donna viene uccisa. Tornano quindi i casi di violenza in famiglia nel territorio jonico. L’ultimo questa estate è stato quello di un muratore di Laterza che picchiava la moglie e non risparmiava i suoi bimbi di tre e cinque anni. In preda ai fumi dell’alcool aveva aggredito l’intera famiglia che aveva poi dovuto far ricorso alle cure dei sanitari dell’ospedale. Protagonista della squallida vicenda un quarantaduenne che era stato arrestato dai carabinieri con le accuse di maltrattamenti in famiglia e lesioni. Appena i militari dell’Arma erano piombati nell’abitazione della coppia che è situata nel paese del versante occidentale della provincia avevano trovato l’umo in possesso di un coltello col quale poco prima aveva minacciato la moglie. Un ennesimo caso di maltrattamenti in famiglia era stato scoperto dai militari dell’Arma nei giorni precedenti a Taranto dove un altro marito violento aveva malmenato la moglie sotto gli occhi delle loro figliolette. Qualcosa, dunque, sta cambiando. Alcune donne maltrattate sono riuscite a infrangere un tabù. Sono ancora molte infatti le mogli che non denunciano i mariti per paura o per vergogna. La ferita è così profonda che non riescono neppure a parlarne, a confidarsi con qualcuno. E nel fine settimana i carabinieri della Compagnia di Manduria e della stazione di Torricella hanno scoperto un altro caso di violenza sessuale. In trappola un extracomunitario che abita nel paese del versante orientale della provincia. Si tratta del trentaduenne Ahmed Saadane, originario del Marocco. Avrebbe usato violenza sessuale su una cittadina di origine polacca di quarantacinque anni. I fatti risalgono al 29 agosto quando la vittima, J.K., si è presentata all’ospedale di Martina Franca dove i medici del pronto soccorso le hanno diagnosticato lesioni e numerose escoriazioni in varie parti del corpo. Poi la donna ha raggiunto la sede della Compagnia dei carabinieri della stessa cittadina e ha presentato una denuncia a carico di un immigrato a lei noto con il solo nome di Ahmed. La donna ha raccontato che l’uomo le avrebbe procurato le lesioni per costringerla ad avere un rapporto sessuale in un’abitazione di Torricella. I militari della locale stazione informati dai colleghi di Martina, hanno avviatoo le indagini e messo in atto degli appostamenti per identificare l’extracomunitario. Ieri il fermo di polizia giudiziaria con le pesanti accuse di sequestro di persona, violenza sessuale, rapina e lesioni personali. Ahmed, residente a Torricella, è persona già conosciuta dalle forze dell’ordine. L’uomo stava cercando di far perdere le sue tracce . La perquisizione nella sua abitazione ha consentito di ritrovare indumenti e accessori utilizzati dal marocchino per compiere i reati per i quali è indiziato. Ora dovrà comparire dinanzi al giudice delle indagini preliminari per l’udienza di convalida del provvedimento restrittivo. G.N.


04/09/07 - tarantosera.com

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