Cannabis: una droga sempre più “pesante”

Da un punto di rigorosamente medico e scientifico, le droghe non si misurano secondo la “forza di gravità”, cioè in “leggere” e “pesanti”. Si parla invece di “Disturbi da abuso di sostanze”, comprendendo tutte le sostanze, anche legali, capaci di agire a livello cerebrale, attraverso tutta una serie di meccanismi, in grado di provocare abuso e dipendenza.

Le relazioni presentate al Parlamento hanno documentato che circa 4 milioni di persone ogni anno in Italia fanno uso, sia pure saltuariamente, di cannabis e dei suoi derivati. Circa 9 milioni di italiani non ritengono tale uso dannoso per la salute ed il comportamento di troppe famiglie “moderne” risulta ormai variamente caratterizzato da: disinteresse, rimozione, tolleranza, addirittura vera e propria complicità. Indubbiamente molti genitori ricordano le situazioni “alternative” e “romantiche” degli anni ’60, ed ignorano completamente cha le piante attuali sono geneticamente modificate e che da esse si ottengono hashish e marijuana estremamente più potenti che nel passato, con effetti senza dubbio “pesanti”, soprattutto negli adolescenti e nel lungo periodo.

I principali effetti nell’uso di questi derivati sono: distorsione della percezione, difficoltà nei ragionamenti, difficoltà di memoria, difficoltà dell’apprendimento, incoordinazione motoria, tachicardia, ansia, attacchi di panico, tosse, broncopatie croniche, iperemia oculare. Autorevolissimi studi hanno dimostrato la possibilità di danni cerebrali permanenti, soprattutto durante la fascia d’età: 12-19 anni. Gli adolescenti che fanno uso di cannabis hanno il 41% di probabilità in più di manifestare malattie mentali gravi, nelle età successive della vita. La maggiore frequenza e precocità nell’assunzione possono causare i danni più gravi. I danni causati all’apparato respiratorio sono di gran lunga superiori a quelli causati dal fumo di tabacco. L’uso prolungato può inoltre causare alterazioni della fertilità, dello sviluppo fetale, della funzionalità vascolare, del sistema immunitario.

Statistiche anglosassoni dimostrerebbero che gli adolescenti i consumatori adolescenti hanno un rischio da 15 a 87 volte superiore di passare all’uso di droghe ancora più pericolose. La sindrome d’astinenza non è solitamente eclatante, ma si possono manifestare: intenso desiderio, irritabilità, insonnia, impulsività, disappetenza. Esistono prospettive terapeutiche nell’uso di cannabinoidi di sintesi, molecole simili ad alcune contenute nella cannabis. Esistono farmaci già registrati in altri Paesi che possono risultare utili nella terapia del dolore, del vomito, della bulimia. Tali sostanze, possono essere in atto ritirate ed utilizzate soltanto da strutture sanitarie, in grado di utilizzarli ai dosaggi e nei casi necessari.

Tali possibilità non possono però giustificare, in alcun modo, l’uso “selvaggio”, “di strada”, voluttuario o “ricreativo” delle droghe da cannabis. Proprio il linguaggio giovanile definisce in modo significativo coloro che fanno un uso continuativo di queste droghe con le espressioni: “si sono fumato il cervello”, “cannibali”.


10/09/07 - cataniaomnia.it

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