Carcere per i minori accusati di scippo o furto

Cassazione, sì al carcere per i minori accusati di scippo o furto in appartamento


ROMA - Dovranno andare in carcere (ovviamente minorile) i minori condannati per scippi e furti in appartamento. Lo ha stabilito la Cassazione, annullando un'ordinanza del Tribunale dei minorenni di Roma, che aveva detto no alla convalida dell'arresto di una adolescente nomade sorpresa a rubare in un'abitazione. Il Tribunale dei minorenni aveva ritenuto "non necessario" l'arresto per questo tipo di reati.

La Suprema Corte è stata di diverso avviso: ora il Tribunale dovrà adottare la "linea dura" nei confronti dei giovanissimi ladri d'appartamento e scippatori. Una decisione che farà discutere gli stessi giuristi, visto che finora in materia esistevano due interpretazioni differenti di queste fattispecie di reato.

Due interpretazioni. Sull'applicabilità, o meno, del carcere preventivo ai minori accusati di furto nelle abitazioni o scippo, la Cassazione ha prodotto due filoni giurisprudenziali in netto contrasto tra loro e mai risolti, finora, dalle Sezioni Unite.

In base a un primo orientamento, la custodia cautelare non sarebbe applicabile nei confronti dei minorenni che rubano e scippano. Il carcere preventivo per tali reati, infatti, non sarebbe espressamente richiamato dal Dpr 448 del 1988, che disciplina i casi in cui può essere applicata la custodia nei confronti di imputati minorenni. Una norma, che però non sarebbe stata coordinata con la legge 128 del 2001, che ha definito il furto in appartamenti e gli scippi come autonome e specifiche fattispecie di reato.

La sentenza 34216 della quarta sezione penale della Suprema Corte, depositata oggi, segue invece un diverso orientamento. I giudici sostengono che è possibile applicare ai minori la custodia cautelare anche nel caso di "illeciti puniti con la reclusione non inferiore a nove anni" ed anche nel caso di "specifiche fattispecie" come quelle del furto "ridisegnate" dalla legge 128 del 2001.


In pratica, per la Cassazione "i reati di furto, aggravati perchè commessi in abitazione o con strappo" fanno scattare la custodia cautelare in quanto hanno "l'aggravante incorporata" dalla modalità stessa di commissione del reato. A tal fine non importa se, per i furti in appartamento e gli scippi, il nuovo articolo 624 bis del Codice Penale prevede la reclusione massima fino a 6 anni.

In base a questa decisione il Tribunale dei minorenni di Roma dovrà rivedere la decisione con la quale, lo scorso 23 gennaio, ha rimesso in libertà Romina N., un'adolescente sorpresa a rubare in un appartamento della capitale, per la quale il pm aveva richiesto la convalida dell'arresto.


10/09/07 - repubblica.it

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