Il teatro della politica

A margine di una riunione. Certamente recitano a soggetto ed il cast è vario e validamente rappresentato. La commedia riguarda una rappresentazione della storia che ogni giorno si svolge tragicamente sulle spalle dei cittadini, vicende di delitti atroci , di privazioni, di miseria e di disoccupazione, di disperazione, di violenza sessuale.

Ogni giorno un omicidio o due e, pare, che quel tentativo di codificazione rigida di regole e di ruoli i camorristi vogliano seriamente attuarlo e, forse, così si raggiungerà la quiete dei padroni. Sapremo , finalmente, quello che è lecito e quello che non lo è, perché la nuova legge, quella della sopraffazione, sarà severamente applicata. Vorrei, fuor di metafora, riferirmi a tutti i capocomici in trasferta a Napoli, quelli che onorano l’arte di Scampia e la pari opportunità, quelli che parlano di laicità dello stato ma non vogliono inimicarsi l’elettorato cattolico, quelli che organizzano “convention” in luoghi ameni senza dare risposta a chi chiede conto delle loro opere, interessanti almeno per loro e per gli amici, quei geni di tattica e di strategia politica che, sulle spoglie dei maestri, hanno vissuta una indubbia supremazia attraverso vicende chiare ed oscure, locali e nazionali.

Vorrei dire che “Libertà” è un termine astratto e che ,fin quando ad esso si riferiscono, fanno astrazione e demagogia. Il termine “Libertà” acquista concretezza e significato quando si parla delle libertà e dei diritti civili, anche quando si parla di liberazione, intendendo liberazione di territori e di parti della città, di comunità di persone o di persone singole dalla sopraffazione. Nei giorni dell’incendio dei posti più ameni della Campania , nei giorni in cui i rifiuti sono scomparsi dalle strade, ma ,sinceramente, non si sa dove sono andati a finire e perché le discariche che non erano praticabili, improvvisamente lo sono diventate, nei giorni in cui, in Italia ed all’ Estero, si consumano interminabili faide tra cosche, liberazione vuol dire sollevare la popolazione dalla dannazione alla barbarie e dalla soggezione ad una pubblica amministrazione inefficiente e collusa.

Ed è una vera e propria rivoluzione perché, se un popolo trova forza e maniera di riscattarsi da una perdizione, si rifonda. Ed è una ideologia. Ho sentito solo un autorevolissimo avvocato parlare di due culture –breve riferimento in uno spazio di tre minuti- l’umanesimo marxista e quello cattolico uniti nella considerazione dei bisogni dell’uomo. Ed è ideologia dell’affermazione della vita e della dignità dell’uomo. Sono le due idee ed i due valori intorno ai quali è possibile raccogliersi. “Vi è un’estesa possibilità di comprensione, di avvicinamento, di accordo, e questa è la strada sulla quale dobbiamo muoverci, questa è particolarmente la strada sulla quale dobbiamo lavorare noi comunisti italiani, che ci troviamo al centro del mondo cattolico e a cui quindi la storia, le cose stesse, affidano un compito particolare.” Questo in quanto e se rimane l’orgoglio, e non la vergogna, di aver fondata la Costituzione e la Repubblica Italiana. Lo stesso illustre avvocato ha trovato il coraggio, in quel brevissimo tempo, di assimilare l’attuale alla legge Acerbo.

Se ad un popolo togli la possibilità di esprimere liberamente il proprio voto, rimane solo la casta. E la casta non pensa a privazioni, miserie, disoccupazione, disperazione e violenza sessuale. Una domanda posta in maniera lapidaria da una giovane laureata “E noi giovani?” Dopo una laurea vagano, senza pretese e senza garanzie, a cinquecento euro al mese, al nero, cinque giorni la settimana e dieci ore al giorno. Se sono fortunati. Corrono per tutta Europa, tra Napoli, Londra, Madrid, alla ricerca di fortuna. Una cameriera percepisce seicentocinquanta euro al mese ed ha le sue garanzie, le ferie e la liquidazione. Nei pellegrinaggi all’estero i nostri emigranti di inizio noveocento avevano più probabilità di affermarsi. Questa società sa offrire ai giovani ed agli adolescenti la droga e la movida. Perché non sei passato il 16 agosto dall’incrocio di via Marina con Corso Arnaldo Lucci e, poi, per Scampia e Melito? Avresti visto: un giovane marito –credo rumeno- prenderne per il collo un altro “quella è mia moglie e non la devi mettere nel giro”, cinque giovani, quasi di fronte al carcere di Secondigliano, in crisi dopo assunzione di droga, una ragazza – bella – era con la testa tra le ginocchia, due si passavano la siringa ed un pezzo di carta per asciugare il sangue, uno era riverso a terra , uno si spostava a destra ed a sinistra davanti alla mia macchina finché riparò sul marciapiedi e cominciò a vomitare, un ultimo era steso a terra a Melito, di fronte ad una pizzeria e gli stavano attorno finché venne l’ambulanza.

Questa casta padrona non ha forza di combattere droga e prostituzione, non ha forza di chiudere i locali notturni a mezzanotte, pur trovandosi di fronte a 300 giovani morti in un anno nelle ore piccole del sabato notte. Cosa è la mobilità se non diamo garanzie a chi lavora ed occasioni di lavoro, cioè sviluppo all’economia ? E’ il mercato nero del lavoro. Tale e quale la camorra. E con quale animo i giovani sposi possono accingersi ad avere dei figli se l’ambiente non è accogliente, se l’assistenza per la famiglia non c’è? Se ne parla. Molto .Troppo. La casta è famosa per il suo parlare, non per il suo fare. Al posto dei mille tatticismi, delle numerose strategie e delle mille ed uno contrattazioni che si stanno facendo per la fondazione del PD - “Nihil novi sub sole”- io comprerei un quaderno e, sul frontespizio scriverei “RIFONDAZIONE DEL SUD” e, nel sottotitolo, risanamento del territorio, dei paesi, delle città e delle comunità che vi abitano e ristabilimento di pregiudizi validi a garantire dignità e legalità, quelle remore etiche che servivano per sanzionare il grado di eccellenza di una persona nella comunità in cui vive.

E’ necessario capovolgere i pregiudizi che si sono radicati e che attribuiscono l’eccellenza alla ricchezza ed alla prepotenza che fonda la borghesia mafiosa ed al potere privo di legittimazione popolare della casta padrona.


01/09/07 - di Vincenzo Cicala - napoli.com

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