Miscele di stupefacenti e alcol

Terapie in ambulatorio aggiornate a nuove pericolose tendenze


Piacenza - Cambiano i consumatori, si combinano le sostanze. Ma non solo. C'è la tendenza, in particolare nelle giovani generazioni, ad assumere eroina per via inalatoria (fumandola o "sniffandola"). In questo modo, sembrano diminuire, nell'immaginario, i rischi legati all'uso della sostanza. In realtà, anche se una modalità meno cruenta ed invasiva di assunzione rispetto all'autosomministrazione endovenosa espone meno ai rischi infettivi, non si riduce tuttavia il potenziale intossicante e tossico della sostanza. Insomma, si sta assistendo negli ultimi anni ad un tentativo di "normalizzazione" dell'assunzione, proponendo modalità meno traumatiche, ma non per questo meno rischiose rispetto alla potenziale dipendenza.

I dati del SerT di Piacenza confermare anche per la nostra provincia una tendenza nazionale: a fianco di una sostanziale e prevalente presenza eroina-dipendenti, crescono progressivamente i consumatori di coca. Se l'ecstasy ha subito una lieve flessione, non tramonta mai la moda dello spinello e di altri cannabinoidi. Così come le abitudini, anche tipologia dell'utenza è oggi ben più articolata rispetto ad un recente passato, anche sul versante delle fasce d'età rappresentate. Non si tratta più solo di giovani, anche se la fascia tra i 18 e i 29 anni è purtroppo ben rappresentata. Molti sono ultraquarantenni anche grazie all'aumento dell'aspettativa di vita dei consumatori storici. Altro dato interessante riguarda le donne:
«Negli ultimi tre anni - sottolinea il dottor Antonio Mosti - abbiamo notato una rilevante crescita percentuale dell'utenza femminile". Anche in questo caso, non solo ragazzine, ma anche ultratrentacinquenni. Di fronte a queste variazioni di rotta dell'utenza, il Sert ha dovuto adeguare i servizi offerti: Gli stessi trattamenti farmacologici che sono garantiti quotidianamente presso gli ambulatori, alla presenza di personale medico e infermieristico specializzato, prevedono un ampia gamma di presidi». Agli inizi degli anni Novanta la farmacoterapia spesso si identificava come esclusiva somministrazione del metadone, con tutti i limiti che ciò comportava.

«Oggi - prosegue Mosti - siamo in grado di differenziare le terapie, avendo a disposizione più farmaci che la ricerca scientifica sviluppata nel settore ha messo a disposizione. Basti pensare che fino a pochi anni fa la maggior parte dei pazienti con gravi problemi di abuso di alcol avrebbero avuto la necessità di un ricovero ospedaliero per la disintossicazione, mentre oggi siamo in grado di garantire un'assistenza ambulatoriale che permette di ridurre al minimo il ricovero».
«Grazie alla professionalità degli operatori di diversa estrazione (medici, infermieri, assistenti sanitarie, psicologi, assistenti sociali ed educatori professionali) - continua il direttore - possiamo offrire, oltre al trattamento farmacologico, anche il necessario supporto psicosociale, sia ai pazienti che alle famiglie».
Da tempo ormai vi è una significativa comunicazione con i Medici di Medicina Generale nel senso che, una volta acquisito il consenso del paziente, il monitoraggio della situazione clinica può avvenire attraverso una più solida rete di assistenza di cui il Medico di famiglia è un nodo significativo.
Allo stesso modo il SerT è in grado di fornire ai medici generici un riferimento specialistico adeguato.
E' evidente che la possibilità di risposte articolate sempre più adeguate alle caratteristiche della persona diventa irrinunciabile nel lavoro del SerT.
Il percorso riabilitativo può essere lungo ed implicare il coinvolgimento della famiglia, del contesto lavorativo e sociale della persona affetta patologia da dipendenza.
In questi anni si sono sviluppate per questo competenze di ordine socioriabilitativo per rispondere a fenomeni emergenti come l'esclusione dal modo del lavoro.
Basta pensare per esempio ad un quarantenne che per qualche anno, a causa dalla sua patologia, non è in grado di mantenere un'occupazione stabile.
Facile immaginare che è destinato all'esclusione sociale se non si prevedono strumenti per restituire anche le abilità sociali.
Percorsi di inserimenti nel mondo del lavoro e programmi di reinserimento sociale in collaborazione con l'Associazionismo (in particolare Caritas e Lila,) e gli enti locali (Comuni e Provincia) sono strumenti consolidati del lavoro del SerT.
E' ovvio che tutta l'attività, da quella di prevenzione e tutela della salute a quella più propriamente clinica, a quella socio riabilitativa, viene svolta all'interno del più complesso sistema di cui ogni articolazione dell'Ausl fa parte.
Con le diverse Unità Operative dell'Azienda come con i diversi uffici degli Enti locali i rapporti sono pressoché quotidiani.
Così come una persona affetta da "malattia da dipendenza" difficilmente può farcela da sola, così sarebbe poco realistico pensare che un solo Servizio possa rispondere sufficientemente alla complessità di un fenomeno in continua trasformazione.


A.L. - 28.09.07 - liberta.it

Nessun commento:

Basta guerre nel mondo!