Ricerca Caritas: ragazzi del Navile allo sbando

Giovani. Bologna, ricerca Caritas: ragazzi del Navile allo sbando


(DIRE) Bologna, 25 set. - Allarme giovani al quartiere Navile di Bologna. Raggiunge alti livelli il disagio esistenziale contraddistinto da alcol e droga, intere giornate passate al bar, basso livello di scolarizzazione superiore. E' la dura realtà che emerge da una ricerca della Caritas nazionale condotta, insieme all'Università Cattolica di Milano, su 10 quartieri di altrettante grandi città italiane. Il risultato è stato presentato oggi nella sede della Curia bolognese, alla presenza, tra gli altri, del cardinale Carlo Caffarra e del sindaco Sergio Cofferati. E così, mentre a Napoli si studia il tristemente noto Scampia, o a Palermo lo Zen e a Bari il S.Paolo, sotto le Due Torri ci si concentra sul quartiere operaio per eccellenza, dove, si legge nella ricerca, "ancora oggi è evidente uno spiccato senso di appartenenza e radicamento territoriale".

Il rischio, però, è che proprio questa integrazione esploda in una "frammentazione sociale futura". E a preoccupare più del resto è "il mondo giovanile", che arriva spesso a "situazioni di conflitto soprattutto con gli anziani nella definizione degli spazi urbani". Della partita sono anche i numerosi immigrati (cinesi, marocchini e rom), verso i quali, si legge nella ricerca, "è difficile trovare atteggiamenti di esplicita chiusura. Tuttavia sono visti come presenze problematiche che rendono sconosciuto il territorio". Ecco insomma i due ingredienti principali che stanno generando al Navile la "perdita di quell'omogeneità sociale e culturale che è stata per tanti anni il suo punto di forza". La Caritas diocesana di Bologna è chiamata dunque a intervenire. E la Curia ha deciso di affidare il delicato compito all'Associazione giovani per l'oratorio (Agio). "Cinque per cinque" è l'iniziativa che Agio metterà in campo al Navile a partire da ottobre, all'inizio per la durata di un anno. Un progetto, spiega il responsabile dell'associazione, Mauro Bignami, che "parte dalle parrocchie" e che è composto da cinque azioni legate fra loro.

Il primo è un intervento di tipo culturale, per valorizzare i cinema parrocchiali della zona. Poi verrà messo in campo un sistema di attività di animazione, in modo da creare doposcuola, oratori e servizi per le famiglie. E' previsto anche un "ludobus", con cui incontrare bambini e ragazzi nei punti più difficili del Navile. La terza azione è un percorso formativo a favore dei volontari del quartiere, mentre la quarta vede la creazione di un centro di ascolto interparrocchiale, una vera e propria "rete solidale" perché le "persone non si sentano sole". Infine, viene l'azione sulla genitorialità. Verrà utilizzato "un metodo americano molto diffuso - spiega Bignami - che riconduce la dipendenza dei giovani ai difficili rapporti con i genitori tra i 9 e gli 13 anni". Saranno quindi organizzati cicli di 14 incontri con i genitori e i loro figli in quella fascia d'età, soprattutto come "prevenzione della dipendenza". Il progetto per il Navile incassa l'apprezzamento di Cofferati.

"Guardo con molto interesse a ciò che farà Agio - afferma - per tutto ciò che può essere integrato, confermo che il Comune è a disposizione". Secondo Caffarra, i risultati della ricerca "confermano che l'emergenza educativa è la prima. La qualità del rapporto sociale, che è decisiva per la buona vita umana, è andata deteriorandosi, dalla crisi del matrimonio alla convivenza civile. E la radice ultima - sostiene il cardinale - di questo declino sta nel fatto che si è spezzata la narrazione della vita tra le generazioni". Una delle soluzioni, indicate anche nella ricerca, è infatti la trasmissione del patrimonio di saperi" tra gli anziani e le nuove generazioni.

(San/Dire) - 25/09/07 - diregiovani.it

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