Coprifuoco, discoteche in ginocchio

Il primo weekend con la chiusura anticipata alle 3 mette in ginocchio le discoteche trevigiane. «Siamo al collasso economico» denunciano i titolari dei locali più noti, che hanno visto confermate le loro fosche previsioni: affluebnza dei clienti e gli introiti sono crollati del 20-30%. E’ già allarme rosso, tanto che scattano anche i primi licenziamenti del personale. Una mazzata per un settore che già da alcuni anni non navigava in buone acque: al tracollo delle presenze dovuta alla crisi finanziaria (che, come si sa, va a colpire soprattutto il settore divertimento), ora si aggiungono anche le nuove leggi regionali e nazionali che impongono a locali da ballo la chiusura anticipata di un ora e il limite alla vendita dell’alcol alle 2.
«E’ la fine di un’epoca», dicono alcuni gestori delle più famose discoteche della provincia, che ora hanno convocato d’urgenza, domani sera al Margot di Silea, locale di Federico Ochs, un summit per decidere come muoversi di fronte alle propsettive di un autentico crac del settore che fino a qualche anno fa era il simbolo del divertimento giovanile e uno dei fiori all’occhiello dell’economia trevigiana. Il problema è stato subito quantificato: c’è chi lamenta una perdita del 20% degli introiti sul consumo dell’alcol e sui biglietti d’entrata. Altri arrivano a denunciare anche un 30%, ma c’è chi sta peggio. Mauro Ferraro, titolare dello Jamila in viale della Repubblica. «Ho dovuto lasciare a casa 8 persone - sbotta - Quello che manca è il giro di persone, e subire sono i miei dipendenti turnisti. Con la chiusura alle 3 la gente non viene più in discoteca perché non conviene più. Fino all’ 1.00-1.30 tutti stanno nei bar e poi è difficile che si spostino, perché c’è troppo poco tempo».
Le leggi cambiano. Ma anche le abitudini della clientela. Fatto sta che l’era delle serate in discoteca sembra essere arrivata a un passo dal tramonto. Altri gestori denunciano questo nuovo corso. «Ci sono piccoli locali alla moda che di fatto hanno preso il nostro posto - sostiene Giannino Venerandi, titolare dell’Odissea di Spresiano - E questi però non sono soggetti ai provvedimenti a cui siamo sottoposti noi. Il fatto è che il nostro settore è sempre stato visto in ottica negativa. E adesso, anche con le ultime leggi sulla chiusura anticipata e sul limite al consumo dell’alcol, ne paghiamo tutte le conseguenze». Una crisi, sostengono i gestori, che non riguarda solo l’attività delle discoteche, ma tutta la catena alle spalle: dal personale, sempre meno richiesto, ai distributori di alimenti e bevande. Fino alla pubblicità e agli arredi specializzati.
«Diamo lavoro ad artigiani, distributori e produttori - sbotta Venerandi - E’ un’intera filiera quella che viene messa in crisi. Non so se i legislatori si rendano conto di questo. Penalizzando noi, pensano di porre fine alle stragi del sabato sera. Ma questo non avverrà. Voglio vedere in futuro si darà tanta enfasi alle stragi del sabato sera: non lo faranno perché non è opportuno per loro dire che hanno adottato misure sbagliate, e che a pagare siamo stati solo noi». Al Margot i titolari delle discoteche si riuniranno con gli esponenti del sindacato della categoria: si studiano contromosse per arginare il problema. Non sono escluse iniziative forti, di fronte a una situazione imprevista.
«A cambiare è l’atmosfera dentro il locale - continua Ferraro - La discoteca era per tradizione il posto dell’incontro e della comunicazione. Quante coppie si sono formate negli anni passati nelle sale da ballo? Moltissime. Con i limiti all’alcol e all’orario viene eliminato il simbolo di intere generazioni».


29/10/07 - espresso.repubblica.it

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