Violenza sessuale, colf ha simulato

Violenza sessuale, colf ha simulato per disperazione

La ragazza marocchina ha ammesso di avere inventato l'assalto e lo stupro

BOLOGNA (20 ott. 2007) - Si era 'ispirata' ai racconti di un'altra violenta rapina in un'abitazione di Bologna, di cui aveva letto articoli sui giornali e sentito interviste in tv, la colf marocchina di 25 anni che ieri, di fronte agli inquirenti, ha ammesso di avere inventato l'assalto e la violenza sessuale di mercoledì scorso nella villa sui colli dove lavorava da una decina di giorni. La ragazza non è stata chiara sui motivi che l'hanno spinta alla messinscena, parlando di forti difficoltà personali. Tra l'altro, inizialmente non voleva denunciare alle forze dell'ordine l'aggressione, raccontandola solo ai suoi datori di lavoro, che l'hanno poi convinta a rivolgersi alla polizia.
La confessione è arrivata nella serata di ieri, durante il secondo, breve interrogatorio da parte della polizia e del Pm Lorenzo Gestri. Nessuno stupro, dunque, e nessun tentativo di rapina: è stata la stessa ragazza a creare il disordine in casa, e anche a procurarsi le lievi ferite al volto. Per il racconto dell'assalto, ha ammesso di avere preso spunto da articoli e servizi televisivi sulla rapina avvenuta a metà agosto in un appartamento a Bologna: una coppia di professionisti (la donna era incinta) era stata sorpresa in casa da una banda di tre malviventi dell'Est, che avevano legato, picchiato e rapinato i due. Le similitudini fra i due fatti, insieme ad altre stranezze, avevano fin dall'inizio destato perplessità negli inquirenti.
La giovane sarà ora indagata per simulazione di reato, ma la Questura di Bologna ha espresso la volontà di non 'abbandonarla', vista la sua condizione di difficoltà. Le intenzioni sono di attivare i servizi sociali, e valutare tutte le possibilità per sanare il suo stato di clandestina. D'ufficio, si faranno accertamenti anche per verificare la regolarità del rapporto professionale che aveva avviato nella villa. La Questura ha infine espresso alcune valutazioni sulle dichiarazioni, rese attraverso un quotidiano, di un componente della famiglia presso la quale la colf lavorava, in cui si 'accusavano' le istituzioni di non fare il loro dovere. Queste affermazioni rischiano di generare sfiducia nelle istituzioni - ha ricordato la Questura - l'allarme sociale per questo tipo di episodi resta, ma per lavorare le forze dell'ordine hanno bisogno del sostegno e della fiducia della gente.


20/10/07 - emilianet.it

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