Droga, se manca la sanzione sociale

La cocaina è tornata alla ribalta della cronaca. Da una parte, l'inchiesta che ha coinvolto Azouz Marzouk, il sopravvissuto della strage di Erba; dall'altra i dati diffusi da PrevoLab. Condannati a fare della droga un consumo di massa?

La cocaina è tornata alla ribalta della cronaca. Da una parte, l'inchiesta che ha coinvolto Azouz Marzouk, il sopravvissuto della strage di Erba; dall'altra i dati sconcertanti diffusi da PrevoLab, l'osservatorio sulle tossicodipendenze della Regione Lombardia. Nel primo caso, il giovane tunisino che un anno fa aveva perso moglie, figlio e suocera, è stato coinvolto in una brutta storia di spaccio. Giudizio sospeso fino al pronunciamento della magistratura, ma dalle intercettazioni pubblicate sui giornali, emerge un quadro piuttosto desolante. Al di là delle responsabilità penali, Azouz è un uomo che dice di "pippare" per ripicca, di amare il lusso e le belle macchine, oltre ad essere disponibile a fare sesso a pagamento. Il tutto, inserito nel contesto della Milano bene, fatta di conoscenze importanti e di certi locali alla moda, dove chi si droga e scopa a piacimento fa soltanto parte della tribù.

Un fenomeno fotografato anche da Prevolab, secondo cui nel 2010 i consumatori italiani di cocaina potrebbero aumentare del 40% rispetto al numero attuale. In concreto, un esercito di 800mila - 1,1 milioni di persone, pari al 3% della popolazione italiana fra i 15 e i 54 anni. Per l'eroina, invece, è previsto un aumento tra il 10% e il 20%, soprattutto nella fascia dei giovani. Per la cannabis, infine, la previsione è quella di ''un forte aumento del numero di consumatori, dai 3,5 milioni attuali a circa 4,5 milioni nel 2010''. I dati parlano da soli e corredano, se ce ne fosse mai bisogno, le ricerche delle Asl di Firenze e Torino che addirittura avevano trovato tracce di coca negli scarichi cittadini dell'Arno e del Po.

E' dura ammetterlo ma la droga è entrata ormai definitivamente nelle abitudini di massa del Belpaese. Certo, per un 3% ce ne è un 97% che si tiene alla larga da certe sostanze, ma quando un consumo deviante arriva a coinvolgere centinaia di migliaia di persone, se non milioni, la situazione si complica.

Ragionare sulle possibili soluzioni significa aprire una discussione molto lunga e complessa. In ogni caso, la repressione da sola non basta, perché le abitudini in molti casi sono iscritte in una cultura, intesa come condivisione di valori, norme e comportamenti. Ed è proprio qui il cuore del problema: l'assenza di una chiara sanzione sociale verso l'assunzione di sostanze stupefacenti. Ovvero, la capacità di far passare nell'immaginario giovanile, negli ambienti alti come in quelli medi, che la droga è merda, indipendentemente dalle politiche più o meno proibizionistiche. Far capire cioé, che il problema non è lo sballo, ma la smaniosa voglia di ricercarlo, che esistono modi differenti di stare insieme e di crescere e che la vera trasgressione è essere e rimanere semplicemente normali.

Obiettivo difficile da raggiungere se mancano progetti legislativi ed educativi chiari, se chi è contro la droga non ha il coraggio di testimoniarlo nei propri ambienti, se settori deviati dello showbiz continuano a lucrare anche sulle tragedie, creando di fatto dei disadattati. Ci vuole un surplus di impegno e di speranza, una boccata di aria pulita che cambi i giovani, ma parta da adulti e valori credibili. Se questo non avviene, la catena si spezza. E tutto il resto è vuoto.


05/12/2007 - korazym.org

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