I nuovi parametri degli adolescenti italiani

Bullismo e Anoressia


Quattro parole chiave: la famiglia, il bullismo, lo sport e la nutrizione diventano i punti cardine per l’equilibrio adolescenziale. La questione diventa più scottante quando si pensa che ad influire sulle scelte dei giovani è anche la televisione. Una gioventù, quella di oggi, che viene definita “bruciacchiata”, per distinguerla da quella generazione che contestava nelle piazze e che si opponeva in modo radicale al sistema, sfidando ogni pregiudizio sociale per assaporare quel poco di libertà conquistata. Ideali finiti nei libri di scuola che non sono neanche più contemplati come vie alternative all’emancipazione intellettuale. L'istruzione diventa un simbolo di alienazione e non più tentativo d'educazione: gli insegnanti accusano i genitori di non curarsi dei figli e i genitori replicano puntando il dito sulla mancanza di capacità di comprensione della classe insegnante, mentre i giovani non riescono a trovare modelli di riferimento per crearsi un'identità.

“Se dovessimo sintetizzare in una frase il quadro della realtà adolescenziale che emerge dall’indagine potremmo dire: ‘Adulti senza esserlo’. Ed è proprio questo ‘scollamento’ che può rivelarsi l’origine di molte criticità sia nel rapporto tra adulti e adolescenti sia nella corretta percezione che gli adolescenti hanno di se stessi”, dichiara a conclusione del nuovo rapporto della Società Italiana di Pediatria, Maurizio Tucci, responsabile della Comunicazione. Il convegno ha visto specialisti del settore confrontarsi sui dati emersi dall’indagine effettuata sugli adolescenti. Mentre la giovinezza si disperde nei bassifondi di un' emotività incontrollata, gli appelli ad un cambio di rotta nell'educazione si moltiplicano.

Umberto Galimberti, nel suo ultimo libro “L’ospite inquietante. Il nichilismo e i giovani”, spiega che i ragazzi fin da bambini hanno una quantità infinita di stimoli che colpiscono la sfera dell’emotività. Questa iperstimolazione crea uno squilibrio nel controllo emotivo. I genitori (assenti, o del tutto impreparati ad affrontare problematiche di questo genere) e l' inadeguatezza del sistema educativo nello sviluppo della crescita psicologica dei ragazzi, fanno si che i giovani si allontanino da modelli di riferimento.

Il fenomeno del bullismo come quello dell’utilizzo degli stupefacenti sono alcuni aspetti delle conseguenze scaturite da una perdita dell'interesse per l'altro. In effetti da quanto risulta dall’indagine della SIP, il 72% dei ragazzi hanno assistito a prepotenze subite da un amico o da una amica, e molti non li denunciano. La maggior parte dei ragazzi preferisce confidarsi con l’amico. Nella statistica il 40% consulta la mamma, il 18% il padre ed un 1,3% l’insegnante. Il 70%, di cui il 62% dei maschi giudica negativamente il comportamento del bullo, tuttavia è indicativo che il 26,6% (di cui 32% dei maschi) non ha nulla da obiettare se non subisce direttamente la prepotenza e il 4,7% considera il bullo una persona in gamba.
L’individualismo e la mancata educazione all’empatia comporta una totale disattenzione per l’altro, mentre si accende l’esibizionismo della propria persona a tutti i costi e questo ad un'età compresa dai 12 ai 14 anni, ancora priva di consapevolezza: l’82% dei maschi e l’86% delle femmine fa il bullo perché vuole essere ammirato all’interno del gruppo di amici, il 77% dei maschi e l’81% delle femmine per diventare il leader del gruppo ed infine il 68,8% dei maschi e il 71,2% delle femmine lo fanno per essere attraenti. Il mondo del bullismo riguarda anche le ragazze: nell’universo maschile il bullismo è ostentazione più o meno di forza; in quello femminile è un accanimento psicologico, che si basa sull’isolazione e la derisione dell’emarginata.

Il 79% degli adolescenti denuncerebbe atti di bullismo, ma per il 20,5% chi lo fa è considerato un fifone o una spia, mentre il 64% dei soggetti (di cui il 74% dei maschi) non lo riferirebbe ad un insegnante o al genitore. Alla domanda di chi si difenderebbe da solo il 47,3% (con il 60,4% dei maschi) lo farebbe, il 10% (5,4% dei maschi) informerebbe al massimo un amico e il 4,6% (5,7% dei maschi) subirebbe in silenzio le prepotenze se non dovessero essere eccessive.

L’altro grande problema risiede nelle sregolatezze del regime alimentare. L’impulso dato dai media nell'idealizzare l’immagine del corpo perfetto però non è rappresentativa del nesso "cura del corpo/salute", e va a scapito di un'alimentazione adeguatamente integrata ad un'attività sportiva. Nel 48% dei casi, i ragazzi hanno dichiarato di avere fatto diete senza l'aiuto del medico, facendo ricorso anche a diete fai dai te trovate per caso su internet. Il 61% degli adolescenti vorrebbe essere più bello (tra cui il 67% delle femmine), il 59,6% più alto (62,2% delle femmine); il 50,3% più magro (59,4% delle femmine). Ovviamente il 57,3% dei maschi vorrebbe essere più muscoloso. Oltre il 25% delle ragazze ha già fatto una dieta e un altro 12% vorrebbe farla. Tra quelle che almeno una volta hanno tenuto sotto controllo le calorie solo il 27,6% si è affidata a un medico, mentre il 46,9% ha deciso autonomamente quali cibi mangiare e quali no. Tra i maschi, il 15,9% ha già fatto una dieta e, tra questi, il 42% si è rivolto a un medico mentre il 37,9% ha agito in autonomia.

Un fenomeno incomprensibile per chi appartiene alla generazione precedente più incline al divertimento che a curare l'aspetto fisico. L’incomunicabilità e soprattutto il non aver tempo da dedicare all’ascolto dei più giovani comporta una radicale rottura nelle relazioni nelle quali non si riesce a dare esempi validi sul come creare dei rapporti sani nella vita.
L’indagine promossa dalla SIP ha confrontato le risposte dei ragazzi che hanno dichiarato di passare tre ore continuative davanti al televisore, a quelle di chi ha dichiarato di passare solo un’ora al giorno di fronte al video. Raffrontando i dati si delinea che i giovani soggetti a comportamenti sregolati sono quelli che passano più tempo davanti al televisore: questi sono influenzati negli acquisti dalla pubblicità, vorrebbero somigliare ad attori e attrici del piccolo schermo ed infine per loro quell’universo diventa il primo mezzo con il quale crearsi un’educazione sia sentimentale che sessuale o altro. Come la definisce Galimberti questa “pubblicizzazione dell’intimità” è un’omologazione vera e propria della vita privata, che tende ad annullare le particolarità di ognuno: “Passioncelle generiche sfiorano le loro anime assopite, ma non le risvegliano. Non hanno forza. Sono acquietate da quell’ideale di vita che viene spacciato per equilibrio, buona educaione. E invece è sonno, conformismo, dimenticanza di sé”.

Il Convegno della Società Italiana di Pediatria per tentare di dare un quadro della situazione sulla quale intervenire ha affrontato vari argomenti: tra cui Educazione e ruolo dei genitori, bullismo e società, le abitudini sessuali e gli squilibri alimentari, alimentazione e sport, benefici e danni dello sport, psicologia e sport nell’età evolutiva.
L'intento è quello di sradicare i falsi miti imposti dal nostro sistema capitalista, basati sul rendimento e sui costi di una persona inserita in una struttura. Nei giovani vi è l'assenza di consapevolezza di una propria identità che comporta l’annullamento dell'intellettività e dell'emotività, ambedue necessarie per sviluppare una riflessione. Il monito sembra coinvolgere tutte le parti in campo: dai genitori agli insegnanti fino alla società. Bisogna ritrovare un modo, non di capire i giovani, ma di dare esempi fondati sul rispetto di sé e degli altri.

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