Isolata la proteina che invecchia la pelle

Limitando la presenza della NF-kappa-B la pelle acquista maggiore spessore. Ma per test sull'uomo c'è da attendere


CALIFORNIA – I ricercatori della Stanford School of Medicine, in California, hanno isolato una proteina che sarebbe responsabile dell'invecchiamento della pelle. Secondo quanto riportato dalla Bbc, gli esperimenti, condotti su topi di due anni, hanno dimostrato che la proteina NF-kappa-B interviene in tutti i geni che finora sono ritenuti responsabili dell'invecchiamento epidermico, e che limitando la sua presenza si ottengono risultati sorprendenti: le cellule si riproducono più velocemente e la pelle acquista maggiore spessore. I risultati completi della ricerca sono stati pubblicati sull'ultimo numero di Genes and Development.


LA PROTEINA – Howard Chang, responsabile dello studio, ritiene che i risultati conseguiti dal proprio team indicano che l'invecchiamento epidermico non è frutto del logorio, ma di alcune precise modificazioni genetiche, dovute in questo caso dalla presenza della NF-kappa-B. E che il fenomeno sia quindi reversibile. «Abbiamo rilevato nei topi di due anni cui è stata bloccata la proteina un sorprendente ritorno alle prestazioni di riparazione e di crescita della pelle, comparabili a quelle delle cavie più giovani», ha commentato il dottor Chang.
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L'UOMO DEVE ATTENDERE - Nonostante sia immaginabile che la proteina del ringiovanimento trovi in futuro applicazioni in campo cosmetico, i ricercatori chiariscono di non aver trovato il segreto dell'eterna giovinezza. I loro sforzi sono mirati alla scoperta di tecniche che agevolino la rigenerazione dei tessuti dopo gli interventi chirurgici e in caso di ferite. Soprattutto per i meno giovani. Gli studi inoltre devono ancora essere perfezionati, visto che la loro efficacia sui topi non indica necessariamente una compatibilità con il patrimonio genetico umano. Howard Chang, anzi, mette in guardia sull'immediata adattabilità dei risultati all'uomo. Bloccare semplicemente la proteina NF-kappa-B avrebbe anche altri effetti, ancora non indagati, sul corpo umano.


Gabriele De Palma - 30 novembre 2007 - corriere.it

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