Teenager americani, schiavi dei farmaci

Meno droghe, più antidolorifici e narcotici nella lista delle dipendenze dei giovani


Buona notizia: l’uso di droghe continua a calare fra gli adolescenti americani.
Cattiva notizia: la dipendenza dalla droga è stata semplicemente sostituita da quella dai farmaci.

Mette in luce una situazione ambivalente, lo studio condotto dall’Università del Michigan su 50mila ragazzi: a fronte di una sempre minor popolarità di marijuana e metanfetamine, l’uso di cocaina, antidolorifici e narcotici non accenna a diminuire.
L’anno scorso, almeno uno studente dell’ultimo anno delle superiori su 20 ha fatto uso di Oxycontin, un potente tranquillante, senza che fosse prescritto per ragioni mediche. Rimane costante anche la diffusione del Vicodin, un antidolorifico.

Gli adolescenti sanno perfettamente che le cosiddette “droghe da strada” sono estremamente dannose, tendono invece a sottovalutare la pericolosità dei farmaci: il fatto che provengano da un ambiente controllato e lecito, come l’industria farmaceutica, li fa sembrare meno minacciosi. Invece, ammonisce John Walters, direttore dell’Ufficio nazionale per le politiche di controllo sulle droghe, i medicinali “possono portare non solo alla dipendenza, ma addirittura alla morte, se assunti in grandi quantità”.
A rendere queste sostanze estremamente pericolose è anche la relativa facilità con cui è possibile procurarsele: per il 71% dei giovani le “fonti di approvvigionamento” sono gli studi medici di parenti e amici.

Il presidente Bush, cui il rapporto è stato presentato oggi, si dice comunque ottimista: i dati dimostrano che diversi progressi sono stati fatti verso l’obiettivo, stabilito nel 2002, di ridurre del 25% in cinque anni l’uso di droghe fra i giovani. Trend negativo anche sul fronte del fumo, mentre l’abuso di alcol rimane uno dei problemi più diffusi:
“C’è ancora molto da fare”, ammette Bush.


13/12/07 - lastampa.it

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