Parkinson: la metà dei colpiti ha una depressione cronica

Sanihelp.it - I risultati preliminari dello studio paneuropeo PRODEST-PD su 1016 pazienti con malattia di Parkinson, presentati all’11° Congresso dell’EFNS (European Federation of Neurological Societies) a Bruxelles questa settimana, hanno confermato non solo che i disturbi depressivi associati a questa patologia sono fortemente prevalenti, ma anche che quasi la metà (44,1%) dei pazienti trattati con antidepressivi hanno continuato a manifestare sintomi depressivi.

Sui 282 pazienti con un’anamnesi di depressione clinicamente diagnosticata, lo studio ha anche dimostrato che più della metà dei soggetti (54,3 %) presentava un punteggio elevato a livello degli assi 1 o 2 del DSM IV*, con ben il 66 % dei pazienti sottoposti a terapia con antidepressivi e con persistenza dei disturbi depressivi confermata nonostante il trattamento.

I sintomi depressivi correlati alla malattia di Parkinson possono sovrapporsi o addirittura confondersi con i disturbi di tipo motorio: è pertanto importante che i medici imparino a distinguere i sintomi in modo da individuare la terapia ottimale.
Pramipexolo, farmaco agonista dopaminergico non ergolinico, ha dimostrato di essere una terapia efficace per combattere i sintomi motori del morbo di Parkinson, e ora sappiamo che è anche in grado di migliorare i disturbi depressivi associati alla patologia.

I disturbi depressivi correlati al Parkinson sono stati analizzati anche nell’ambito di uno studio italiano chiamato PRIAMO. I primi risultati hanno dimostrato che i sintomi non-motori sono fortemente prevalenti nella patologia e che i pazienti possono presentare uno o più sintomi di questo tipo. I disturbi psichiatrici (ansietà e depressione) sono stati riscontrati con altissima frequenza e con un forte impatto sulla qualità di vita dei pazienti.

Le conclusioni tratte da PRIAMO sostengono i risultati dello studio PRODEST evidenziando la necessità di far fronte agli aspetti non diagnosticati e non trattati della malattia di Parkinson.


29/08/07 - di Roberta Camisasca - sanihelp.it

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