Welfare, continuano le polemiche

Welfare, continuano le polemiche nel centro-sinistra


Il protocollo sarà votato dai lavoratori nel referendum dell'8 ottobre


Roma – Prima della pausa estiva il Governo ha siglato l’accordo con le parti sociali su Welfare, tutele nel mercato del lavoro e crescita. A conclusione del confronto il Ministro del Lavoro Cesare Damiano si è detto soddisfatto, ma a distanza di pochi mesi e in previsione del collegato alla Finanziaria da approvare nel consiglio dei ministri del 12 ottobre si accendono le polemiche nel centro-sinistra per le modifiche al protocollo sul Welfare. Il testo dell’accordo sarà votato dai lavoratori in un referendum a voto segreto che si terrà l’8 ottobre nelle fabbriche.

I punti dell’accordo – L’accordo prevede una serie di interventi che comporteranno un importante impiego di risorse per migliorare il sistema pensionistico, le tutele contro la disoccupazione, la condizione dei giovani e il governo del mercato del lavoro e le sue regole, garantendo e rafforzando la stabilità finanziaria del sistema.Per quanto concerne il completamento della riforma previdenziale l’accordo prevede, tra i vari provvedimenti, il miglioramento delle pensioni basse già a partire dal 2008, con un’erogazione di anticipo nel 2007, la definizione di un nuovo sistema di età pensionabile, sostituendo lo ‘scalone’ (innalzamento a 60 anni dell’età pensionabile dal 2008) con un percorso graduale, e il riordino e razionalizzazione degli Enti previdenziali entro la fine dell’anno.
In materia di ammortizzatori sociali, invece, il progetto di riforma si svilupperà con l’obiettivo dell’unificazione dei trattamenti di disoccupazione e mobilità e l’universalizzazione degli strumenti per l’integrazione al reddito, con la progressiva estensione e unificazione della cassa integrazione ordinaria e straordinaria.Tra gli obiettivi dell’accordo anche quello di migliorare la qualità dell’occupazione attraverso degli interventi che regolino il mercato del lavoro, sempre più moderno e flessibile, al fine di contrastare la precarietà.
L’intervento in tema di competitività consisterà invece nell’incentivazione della contrattazione di secondo livello al fine di sostenere la competitività delle aziende e migliorare la contribuzione di risultato dei lavoratori, in primis migliorando il trattamento in favore delle aziende che contrattino i premi di risultato concedendo loro sgravi fiscali, e detassando le quote stesse tramite uno stanziamento in Finanziaria di 150milioni di euro.
Infine, il protocollo prevede delle misure ad hoc per giovani, donne e anziani.

Polemiche ‘sinistre’ – Per il leader di Rifondazione Comunista, Franco Giordano, “se non ci sono modifiche significative sul terreno della previdenza come sulla lotta alla precarietà non ci sono le condizioni per votare il testo del protocollo sul Welfare e questo vale sia in Consiglio dei ministri che in Parlamento”. D’accordo anche il ministro della Solidarietà Sociale Paolo Ferrero: “Noi continuiamo a chiedere che ci siano le modifiche prima del Consiglio dei ministri. Certo, se non si cambia niente, non ci sono le condizioni per votarlo”.
Molto duro invece il leader della Cisl Raffaele Bonanni, che parla di “un ricatto in atto da parte di ministri che contestano lo stesso governo di cui fanno parte”. Secondo Bonanni, sul protocollo per il Welfare “il governo deve mantenere la parola data e deve rispettare l’accordo fatto a luglio”.
Piccola apertura da Cgil e Uil, disponibili a modifiche al protocollo sul Welfare ma solo se condivise con le parti sociali che hanno siglato il documento con il governo. Sulla stessa linea il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Enrico Letta: “L’intesa è stata sottoscritta da più parti e si potrebbe modificare solo con il consenso di tutte quelle parti; non sono ipotizzabili interventi unilaterali, a maggior ragione una volta che i lavoratori si saranno espressi, come sono convinto, in modo favorevole”.Il governo, che al Consiglio dei ministri del 12 ottobre recepirà il protocollo in un collegato alla Finanziaria, non esclude modifiche al testo, per esempio sui contratti a termine, ma la Confindustria si oppone a qualunque modifica. Luca Cordero di Montezemolo è netto: “Non ci sono margini per cambiare il protocollo”.Intanto Romano Prodi è fiducioso: “Tutte le volte sembra che debba andare male e invece va bene. Credo che anche questa volta si metterà bene”, assicura.

Il referendum in fabbrica – Intanto il testo dell’accordo sarà mandato al banco di prova definitivo nelle fabbriche l’8 ottobre. Il risultato della consultazione servirà al Governo e alle parti sociali per prendere una decisione definitiva sul da farsi, scendendo a compromessi o puntando i piedi su alcuni punti. Una furbata alla ‘Ponzio Pilato’, per alcuni, quella di rimettere al volere dei lavoratori la decisione, da parte di una classe politica che sembra lavarsene le mani. I risultati definitivi del referendum si avrannno il 12 ottobre.


C'è un file allegato all'articolo (accordowelfare24luglio2007.pdf) - 07/10/07 - Alessio Liverziani - previewonline.info

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