Chiesa e pedofilia, arresti e ritrattazioni

Due storie emblematiche sul fenomeno della pedofilia. A Brescia, è stato arrestato il vicedirettore del seminario, mentre a Palermo uno degli accusatori dell'ex parroco di Santa Lucia ha ritrattato tutto. La cautela è d'obbligo.

La Chiesa torna a fare i conti con accuse pesanti di pedofilia rivolte ad un sacerdote. Ieri, a Brescia, è stato arrestato il vicedirettore del seminario diocesano. Don Marco Baresi, di 38 anni, è accusato di violenza sessuale aggravata ai danni di un minore di 14 anni e di detenzione di materiale pedopornografico. Vicenda che ha sconvolto la città e lo stesso vescovo che ha definito "forte e dolorosa" la decisione della magistratura. In una nota diffusa oggi, il presule, insieme al vicario generale mons. Francesco Beschi, auspica "che si giunga il più rapidamente possibile a chiarire i fatti e le responsabilità".

"La notizia che abbiamo appreso - spiegano il vescovo e il vicario generale - ci addolora profondamente. Don Marco Baresi è un sacerdote conosciuto e stimato da moltissime persone. Gli incarichi che gli sono stati affidati sono espressione e riconoscimento di una stima diffusa e avvalorata. Il grave tenore delle accuse deve essere attentamente valutato. Il dramma di chi è vittima di pedofili non può essere in alcun modo sottovalutato e tanto meno eluso a maggior ragione se coinvolge sacerdoti, ma la delicatezza della situazione di chi si trova accusato di una colpa tanto grave ed è innocente è pure di grande portata". In ogni caso, "manifestiamo la nostra vicinanza a don Baresi, alla sua famiglia, al Seminario e a tutte le persone coinvolte".

Fermezza ma anche cautela, dunque, e soprattutto l'invito a non generalizzare. Ha chiarito monsignor Antonio Riboldi, vescovo emerito di Acerra: "La Chiesa non ha peli sulla lingua e se verrà dimostrato che questo sacerdote avrà sbagliato, sarà condannato. In ogni caso la Chiesa non va criminalizzata anche se attualmente è in atto una strategia diabolica volta a colpirla nel suo complesso. Ma non si può gettare fango su tutti per qualche mela marcia". Anche perché quando si parla di questi temi ci si muove spesso in un terreno minato. L'ultimo esempio arriva da Palermo, dove i presunti testimoni degli abusi di padre Paolo Turturro, ex parroco antimafia della parrocchia di Santa Lucia, hanno ritrattato tutte le accuse a due di distanza dalla denuncia.

Il teste aveva sostenuto di avere assistito a uno dei due episodi contestati al religioso, un abuso sessuale in parte consumato. Sentito ieri in aula, dai giudici della seconda sezione del Tribunale di Palermo, presieduta da Antonio Prestipino, il ragazzino, oggi sedicenne, ha detto di essersi inventato tutto e di averlo fatto per sottrarsi a un interrogatorio che sarebbe stato particolarmente stringente. Anche la madre del teste ha smentito se stessa e le proprie dichiarazioni rese durante l'audizione davanti alla polizia e al pm, in fase di indagini. Il pm Alessia Sinatra ha prodotto i verbali e si è riservata di chiedere la trasmissione degli atti di udienza, per procedere eventualmente contro i due testi.

di Mattia Bianchi/ 28/11/2007 - korazym.org

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