Il male oscuro tra i giovani colpisce e uccide

Suicidi giovanili. E' fenomeno molto diffuso, in particolare a Milano. In Lombardia il gesto insano è in forte aumento e sta prendendo una piega preoccupante: ci sono circa 750 casi di tentati suicidi solo a Milano, mentre abbiamo solo, per fortuna e purtroppo, 15 morti.
I più giovani hanno 11 anni; questo male colpisce i preadolescenti, gli adolescenti, sino ai 25 anni, età che un tempo segnava la fine della giovinezza e l'inizio della maturità.
E' solo una questione legata alla psichiatria? E' tipica della difficile situazione dei ragazzi lombardi, stressati sin da piccoli?
Temo di no: dietro c'è un male generazionale, ma che parte da noi adulti.
Basta notare il dilagare delle sostanze stupefacenti, il diffondersi dell'alcolismo tra i ragazzi o meglio, tra gruppi di giovani senza una meta e un senso dell'esistenza.
Lo chiamano il male di vivere, ma non è provocato dalla fatica, dalle difficoltà: Milano è la città con più opportunità di lavoro e di carriera, forse, d'Italia.
E' una città "grigia", per tutti i provinciali, come me, che odiano l'anonimato, le folle frettolose e indifferenti.
Sì, se si cade a Milano, ma non solo in questa città, si può restare al suolo: nessuno si avvicinerà a soccorrerti, forse neppure perderanno il tempo di una telefonata al 118.I ragazzi crescono e trovano... nulla: amicizia, affetti, simpatie, cordialità restano lontano da loro.
Le famiglie, quando ci sono, sono impotenti.
Dietro a questi atti estremi non ci sono, quasi mai, tragedie importanti, grandi sofferenze, ma solo piccole difficoltà, qualche fallimento piccolo, piccolo, qualche dolore di cuore, comune all'età: non c'è nulla di terribile.
E' la depressione che rende tutto bigio, nebbioso, insuperabile.
Sì, a questo punto non si può che cercare le colpe nella ...cultura dominante, quella dei vincitori, quella del successo e dei guadagno facile, per i migliori, quella che emargina e disprezza i perdenti o presunti tali.
Tutto questo pesa sulle menti più sensibili e fragili, su chi ha poco o nulla nella vita, non intendo economicamente, ma umanamente: quello che terrorizza i giovani, quelli di oggi e quelli di uno, due o tre decenni fa, è la normalità, quotidiana e banale, con le sue fatiche e le sue tante piccole sconfitte, qualche mediocre successo e basta.
E' preferibile la morte a tutto questo?
Io temo che in troppi, ragazzi o non più tali, siano diventati daltonici: non riescono più a vedere i colori dell'esistenza.
Cosa intendo?
Semplicemente far notare che c'è ancora, da qualche parte, un po' di gioia, un pizzico di schiettezza, qualche risata sincera: non serve molto di più per esserefelici... o quasi.


di Arduino Rossi - 28/11/07 - agenfax.it

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