Medici di base: serve "un patto sociale con i cittadini"

Un 'patto sociale' tra medici di famiglia e cittadini, basato sulla trasparenza e sull'interesse prioritario dell'assistito, per dare una svolta concreta alla medicina generale. A proporlo e' la Societa' italiana di medicina generale (Simg) che dal 24esimo congresso, in corso a Firenze, detta una 'ricetta' in 6 punti chiave per far si' che "il cittadino possa fare davvero affidamento su medici del territorio seri, preparati, attenti".
Una risposta forte anche a quanti mettono i medici di famiglia sotto accusa per una presunta 'leggerezza' etica, in particolare sulle prescrizioni, come sottolinea il presidente della Simg Claudio Cricelli."Ogni paese civile - spiega Cricelli - richiede ai propri medici delle garanzie che rappresentano il presupposto per concedere fiducia". E proprio queste garanzie sono riassunte nei 6 punti messi nero su bianco con il contributo di tutta la comunita' della medicina generale italiana: priorita' dell'interesse del cittadino (beneficialita'), qualita' professionale, affidabilita'/eticita' professionale, trasparenza e verificabilita', completezza di informazione, e autonomia e responsabilita'.
Secondo il medici della Simg, i vantaggi per i pazienti con l'applicazione di questi principi sarebbero notevoli. A partire da un camice bianco fortemente responsabilizzato che evita gli sprechi e utilizza al meglio le risorse disponibili, offrendo al cittadino le migliori opportunita' di cura. In sostanza un medico e' in grado di offrire tutti i vantaggi della buona medicina.


Al congresso Simg di quest'anno -che coincide con il 25esimo anno della fondazione della societa' - si e' avuta una forte partecipazione dei medici iscritti, circa 2 mila, e per la prima volta saranno presenti al congresso - che si e' aperto oggi e si chiudera' sabato 24 novembre - rappresentanti dei sindacati della medicina del territorio, a testimonianza di una nuova unita' dei camici bianchi e di un nuovo percorso intrapreso dalla categoria che prevede una maggiore integrazione, nel rispetto delle peculiarita', del lavoro del sindacato e di quello scientifico.
"Negli anni scorsi - ha detto Cricelli - il nostro sforzo si e' concentrato sulla definizione degli strumenti tecnici per favorire la qualita' della professione. Siamo passati dalla formazione permanente a quella complementare, alla ricerca clinica, per arrivare alla clinical governance che e' la sintesi della buona pratica della medicina. Compiuto il percorso tecnico, ora ci avviciniamo al grande patto sociale, vera garanzia che gli elementi tecnici in possesso del medico di famiglia siano gestiti con rigore ed eticita'". Ma il patto deve "necessariamente includere una nuova prospettiva del rapporto con l'ospedale, basato sulla continuita' della cura e dell'assistenza". Per Cricelli, infatti, "troppo spesso il paziente lascia l'ospedale e si trova abbandonato in una terra di nessuno in cui non ci sono le risorse necessarie per aiutarlo. Il paziente che torna a casa, dovrebbe invece trovare un territorio attrezzato per prenderlo in cura. E' nostro compito creare il filo di continuita' che unisce le cure ospedaliere a quelle della medicina generale. Ma dobbiamo pretendere che le risorse organizzative siano adeguate per la presa in carico del paziente in tutte le fasi della cura".


22/11/2007 - vita.it

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