Non esistono farmaci contro la dipendenza da cocaina

Aumentano le persone dipendenti dalla cocaina, ma 'non esistono attualmente farmaci adeguati, possiamo dare solo palliativi. Si millanta la scoperta di un vaccino, ma e' solo un'illusione': lo ha detto oggi a Roma uno dei maggiori esperti italiani di neurofarmacologia, Gian Luigi Gessa, nel convegno sulle buone pratiche nella salute mentale organizzato dalla Fondazione 'Mario Lugli'.
'Abbiamo finalmente imparato a gestire la dipendenza da alcol e da eroina. Ci sono i farmaci e c'e' un'organizzazione che funziona', ha osservato l'esperto. 'Ma il mondo sta cambiando e la gente comincia a usare la cocaina molto piu' dell'eroina, cosi' come i giovani satanno usando molto di piu' la cannabis e con concentrazioni piu' alte'.Nascono quindi nuovi problemi medici 'perche' non ci sono farmaci e non c'e' un'organizzazione che permetta di rispondere in modo adeguato'. In Italia come negli Stati Uniti, ha proseguito Gessa, la cocaina e' il terzo killer fra le droghe.
Uccide infatti oltre mille persone l'anno, preceduta dal fumo (130.000) e dall'alcol (40.000). L'eroina segue con circa 800 vittime. 'A consumare la cocaina si comincia per tante ragioni', ha detto ancora il neurofarmacologo, e nella maggior parte dei casi viene inalata. I tossicodipendenti da eroina cominciano a consumare cocaina per vincere la depressione, ma di fatto 'finiscono soltanto per sommare gli effetti tossici delle due droghe'. Va aumentando anche il consumo della cocaina freebase, ottenuta estraendo solo la base libera della cocaina, che puo' bruciare e puo' quindi essere fumata. 'In questo caso l'effetto e' immediato ma effimero, seguito immediatamente da depressione. Con l'uso prolungato sparisce anche l'euforia, ma si continua a non fare a meno di prenderla'.


12-11-2007 - droghe.aduc.it

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