Non siamo una generazione alcolizzata

Non lesina di certo energie e sforzi, il Romagnosi, per formare dei cittadini provetti. Nell'ambito del progetto "Educare alla convivenza", infatti, tutte le classi, dalla prima alla quinta, sono state coinvolte in attività interdisciplinari sulle basi della coesistenza civica. Iniziativa di sicuro interesse, nella quale la relazione della Croce Bianca nell'ambito del progetto di sensibilizzazione TVB è stata una parte importante. Ma cosa ne pensano, i ragazzi, della "macchina" che sta dietro al soccorso? Droga e alcol sono, per loro, una minaccia? Lo abbiamo chiesto a qualche studente in platea, ieri, durante l'insolita lezione. Per tutti o quasi, c'è armonia di pensiero: no a stupefacenti e troppe birre, ma no anche al percorso di volontariato.


Un'esperienza di vita che, per i giovani del secondo anno, non sembra avere molto appeal. «E' stato un momento utile - spiega Andrea Dellatorre -, anche se le cose sull'abuso di droga e alcol le sapevo già. Operatore in una P.A.? Forse, ma dovrei valutare attentamente». Nemmeno troppo entusiasta Valeria Zaia: «No, mi interessa molto fare la volontaria - dice -, anche se l'incontro è stato istruttivo». L'alcol è uno "spauracchio"? «Mi è capitato ogni tanto di alzare il gomito - confida -, essere un po' brilla, come succede a tutti, ma mai oltre». Della stessa idea Michela Valentini, di Pontenure, esempio virtuoso: non beve e non fuma. «Ci vuole troppo impegno per mettersi a disposizione degli altri - chiosa -, anche se questa mattina (ieri per chi legge, ndc) è stata molto positiva». «E' giusto che sappiamo cosa ci circonda - le fa eco Brigida Brizzolara, di Carpaneto -, e come affrontare le emergenze. A me, però, non è mai capitato di chiamare il 118». «Ci sono state dette cose che io già sapevo - rileva Sara Dal Ciello, anch'ella di Carpaneto - già alle medie avevo affrontato questi temi». Dà qualche consiglio "didattico", invece, Giulia Molina: «Devono dare - sottolinea - più indicazioni "pratiche", su come effettuare i primi soccorsi, invece che parlare degli stupefacenti, i cui effetti dannosi già conosciamo». Sono rimaste affascinate, d'altra parte, dalle spiegazione degli operatori della Croce Bianca - le classi sono anche state portate all'esterno per un "visita" all'autoambulanza -, Valentina De Bernardi e Cristina Prazzoli. «Mi piacerebbe dare una mano - glossa la prima - proprio nel campo del soccorso». «Gli argomenti - dice Cristina, di Roveleto - sono stati importanti, in compagnia c'è qualche amico che beve, ma sempre con moderazione». Gli apocalittici che vedono le nuove generazione ubriacone e tossicodipendenti, al Romagnosi, rimangono delusi. Pochi gli appassionati all'universo volontario, però. «Ma sono ancora piccoli, tra breve ne capiranno l'importanza» si auspica Caterina Martino, referente dell'iniziativa "Educhiamo alla convivenza".

Alessandro Rovellini - 13/11/07 - liberta.it

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