Omaggio a Rino Gaetano

Tra realtà e invenzione


ROMA - Quanto c'è di inventato e quanto di reale nella fiction su Rino Gaetano? E' stato questo il punto su cui si sono confrontati ieri mattina, Anna Gaetano, la sorella del cantautore e Marco Turco, il regista della miniserie Rino Gaetano - Ma il cielo è sempre più blu, con Claudio Santamaria nei panni del cantautore, Laura Chiatti e Kasia Smutniak in onda domani e lunedì in prima serata su Raiuno. «E' una bellissima storia ma non riconosco mio fratello - ha detto Anna Gaetano -. Rino è stato molto romanzato. Capisco che è una fiction, ma visto che è la sua storia, pensavo dovesse essere quella vera, e non è così. Io con lui ho vissuto per 31 anni e penso pochi lo conoscessero meglio di me. Ci sono delle cose vere, come il suo essere un donnaiolo, ma non ad esempio, il suo l'alcolismo, o il modo in cui viene descritto il rapporto con nostro padre».
Il regista Marco Turco ha risposto parlando del lavoro di documentazione fatto da lui e gli sceneggiatori, sia attraverso le biografie del cantautore che parlando con, fra gli altri, la stessa Anna Gaetano, l'amico Antonello Venditti, il giornalista Gino Castaldo: «Una volta raccolto tutto il materiale ci siamo seduti a tavolino e abbiamo cominciato a scrivere il Rino che era sedimentato in noi - ha spiegato -. Ci siamo permessi di spostare dei fatti perché il racconto crescesse di intensità. Questa narrazione ha trasgredito in qualche momento la realtà documentaristica ma ha reso l'anima di Rino Gaetano». D'altronde, aggiunge Turco «un personaggio può essere raccontato in centomila modi, pensiamo a Napoleone: cos'hanno in comune il film di Abel Gance e quello di Virzì?».
La fiction, coprodotta da Rai Fiction con la Ciao Ragazzi di Claudia Mori, è già stata presentata la scorsa estate al Roma fiction fest dove è stata accolta «con 10 applausi a scena aperta e 12 minuti di applausi», ha ricordato il direttore di Rai Fiction Agostino Saccà.
Il racconto mette in scena vari episodi della breve vita del cantautore, morto a 31 anni in un incidente stradale il 2 giugno 1981. Si va dal rapporto difficile con il padre (Nicola Di Pinto) agli amici, come Michele (Thomas Trabacchi), ispirato a un personaggio reale, Bruno Franceschelli. Ci si sofferma poi sull'approdo al grande successo e i suoi problemi con l'alcol e nel gestire la fama. Grande spazio hanno anche le sue relazioni con le donne, da Irene (Kasia Smutniak), sua fidanzata storica, al personaggio fittizio di Chiara (Laura Chiatti), in cui il regista vuole rappresenta le tante donne nella vita del cantante. Claudio Santamaria interpreta con la sua voce le canzoni (tranne le due in apertura e chiusura della miniserie): «Per me è il lavoro più complesso e più bello che ho fatto su un personaggio - ha spiegato l'attore -. Mi sono trasformato fisicamente, ho assorbito le biografie, letto gli autori e ascoltato la musica che amava, come Palazzeschi, Bob Marley, Jannacci, Ionesco, nel cui teatro c'è molto della sua anima artistica. Ho osservato i suoi filmati allo sfinimento e poi provavo riprendendomi da solo con la telecamera per capire se mi stavo avvicinando».
Per Santamaria, Gaetano «è un personaggio mitico come lo sono stati Jim Morrison e Jimi Hendrix. In lui ho scoperto un poeta, che giù a 14 anni componeva in terzine ispirandosi alla Divina Commedia». Laura Chiatti aggiunge: «Rino è stato un grande artista, un poeta rivoluzionario. Il suo tormento l'ha portato a un livello di qualità altissimo».

Ettore Brenta - 10/11/07 - liberta.it

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