Primi in regione per giovani ubriachi

PIACENZA - «Piacenza è la prima provincia in regione per numero di ubriacature delle giovani generazioni, secondo un'indagine presentata qualche giorno fa nella sede dell'amministrazione provinciale».
A dare notizia di questo triste primato detenuto dal nostro territorio, è l'assessore comunale ai Servizi sociali Giovanna Palladini, che ha preso parte ieri sera alla presentazione del progetto "Tvb" della Pubblica assistenza. «Purtroppo - osserva l'assessore - noi ci troviamo a combattere una dura battaglia contro i media, che spesso trasmettono un'immagine positiva dell'uso di alcol, come ha fatto recentemente una famosissima presentatrice, che ha riferito in diretta di aver bevuto due Negroni prima di andare in onda. Invece dobbiamo tutti metterci in una logica di prevenzione». «In amministrazione provinciale - riferisce l'assessore ai Servizi sociali della Provincia, Paola Gazzolo - sono state presentate le nuove direttive regionali che illustreranno le politiche di prevenzione da mettere in campo nei prossimi anni, insieme ad una ricerca che ha messo in luce come siano cambiati i comportamenti dei giovani, con un aumento del consumo di sostanze, così come si è abbassata l'età dell'approccio a droghe o alcol. Al tempo registriamo però una nota positiva: la volontà e la propensione di sapere ed essere informati». La presentazione cui hanno fatto riferimento i due assessori ha visto come protagonisti la funzionaria regionale Franca Francia e il dottor Antonio Mosti, responsabile del programma dipendenze patologiche dell'azienda Usl di Piacenza. Nel corso della riunione, cui hanno preso parte i referenti dei servizi sociali dei distretti, dirigenti scolastici, azienda Usl, enti ausiliari e forze dell'ordine, è emersa la proposta di istituire "Unità di strada", che coinvolgano azienda Usl, Comuni e privato sociale, da attivare in ogni comune per contrastare il consumo di sostanze stupefacenti e psicotrope (tutte le sostanze che agiscono sui processi psicologici). Entrambi i relatori hanno riportato alla platea un'analisi del contesto nazionale e locale, con il mutamento del significato e della percezione del termine "comportamento a rischio". I comportamenti legati al consumo/abuso di sostanze hanno contributo alla crescita del senso di insicurezza nelle nostre comunità ed alla richiesta, sempre più pressante, di "controllo del territorio" e di ripristino della legalità, delle regole di convivenza o, più semplicemente, della buona educazione nell'uso degli spazi urbani. Per costruire un sistema di protezione sempre più incisivo, si è convenuto, occorre rendere sempre più strette le relazioni tra istituzioni pubbliche e tra istituzioni e privato sociale.


09/11/07 - liberta.it

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