Dopo lo sciopero la beffa dei rincari

ROMA - Dopo il danno (il blocco dei Tir) la beffa (i rincari speculativi dei prezzi dei generi alimentari). Sta per andare in onda un classico visto e rivisto negli ultimi tempi, tutto dedicato ai consumatori: alla fine il conto lo paga la collettività. Il blocco dei Tir ha aperto infatti un nuovo fronte: quello delle speculazioni sui prezzi dei prodotti agroalimentari, della carne, del pesce e del latte che faranno ancora più caro il Natale.


IMPENNATA DEI PREZZI - Già da questa mattina nei mercati si registrano impennate dei listini al consumo, soprattutto per la verdura e la frutta, con punte del 15-20 per cento rispetto alla scorsa settimana. C'è da preoccuparsi, perché una tendenza speculativa, una volta innescata, è difficile da arginare. Per di più il traino dei consumi natalizi rischia di fornire un'altra spinta ai prezzi, così che gli aumenti potrebbero proseguire fino all'inizio delle feste.


QUALITA' - C'è poi un'altro pericolo: che sugli scaffali arrivino alimenti la cui qualità è stata irrimediabilmente compromessa perchè rimasta per troppo tempo nei camion a causa del fermo dell'autotrasporto. È quanto sottolinea la Cia-Confederazione italiana agricoltori, secondo la quale per la prima merce che è arrivata sui mercati (ortaggi e verdura, insalate, spinaci, sedani, finocchi, cavolfiori), i prezzi sono lievitati oltre il 20 per cento, con punte anche del 50 per cento.


PESCE - Al banco del pesce i rincari maggiori, in media del 6%, secondo l'Adoc: salgono in particolare i prezzi di salmone (+3,5%), gamberoni (+8,3%), ma anche del melone (+8,4%) e dei mandarini (+3,5), prodotti tipici del periodo delle feste natalizie. Come le lenticchie, il cui prezzo è addirittura aumentato del 19,4%, arrivando a costare 4,30 euro al chilo. Per il Codacons, a Roma, già si è registrato un aumento nel prezzo dei prodotti ittici, soprattutto per il pesce fresco e le vongole, valutabile nell'ordine dei 50-70 centesimi di euro. Nell'arco di tempo necessario per il superamento dell'emergenza occorre - secondo la Coldiretti - vigilare per fermare accaparramenti, rincari e speculazioni che si stanno verificando sul mercato.
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CARENZA DI PRODOTTI - Dal mercato di Fondi a Latina nel Lazio a quello di Vittoria a Ragusa in Sicilia fino a quello Bologna si segnala ancora mancanza di prodotto anche se sono partite le prime spedizioni per l'Italia e l'estero. Per tutti i prodotti tipici del Natale - prosegue la Coldiretti - è partita una corsa contro il tempo per permettere la loro distribuzione sul mercato prima che sia troppo tardi.


13 dicembre 2007 - corriere.it

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