Sta cambiando il rapporto degli italiani con l’alcool

Caro Beppe,

recentemente, discutevo con amici qui negli USA di come gli italiani siano più responsabili nel consumare alcol, di come l'ubriachezza sia socialmente disprezzata, del maggior livello di autocontrollo. Tuttavia mi chiedo: non è che i tempi stiano cambiando? Leggendo le notizie si apprende che assassini al volante (quali sono appunto tutti coloro che guidano sotto influenza di alcool, droghe etc...) sono spesso recidivi, che dopo un periodo molto limitato di ritiro patente si ritrovano sulle strade. Spesso le pene sono molto limitate rispetto alla gravità del fatto. Un assassino si becca l'ergastolo, e un ubriaco che per sua fortuna non ha ammazzato nessuno se la cava semplicemente con un ritiro patente? Sto rivedendo i parametri di giudizio del rapporto di molti italiani con l'alcol. Certo, l'alcol rimane un mezzo e non un fine (al contrario degli americani), tuttavia molto pragmaticamente, gli effetti sono gli stessi. Ti chiedo: perchè si accettano tali disgrazie? Perchè si accetta un comportamento cosi' sconsiderato? Perche' non si forma un registro nel quale sono annotati questi reati, per cui nel momento in cui uno cerca un lavoro tra le informazioni disponibili c'è anche guida in stato di ebbrezza? Negli USA è così. Come datore di lavoro mi sento obbligato a sapere quanto responsabile sia la persona. Mi aspetto controlli più seri da parte della polizia, senza evitare gli eccessi (in California, si può essere arrestati per guida in stato di ebbrezza in bicicletta). Tuttavia trovo semplicemente inaccettabile che le forze dell'ordine intervengano spesso solo per effetti collaterali, come disturbo della quiete pubblica, quando in realtà il vero reato è cospirazione a omicidio premeditato quale, secondo me è guidare in stato di ebbrezza. Perchè le forze dell'ordine non si piazzano all'uscita di locali, oppure in situazioni potenzialmente a rischio e fermano sistematicamente coloro che in visibile stato di alterazione si mettono al volante? Come cittadino negli USA ho imparato ad apprezzare la presenza della polizia come un elemento che mi dà una sensazione di sicurezza. So che in situazioni potenzialemente critiche, loro ci sono. Perchè non si fa lo stesso anche in Italia? Perchè bisogna continuare ad accettare certi comportamenti, finche' non scoppia la cosiddetta "effimera emergenza"?

Cordialmente,

Nicola Ferralis , feranick@hotmail.com - 24/08/07 - corriere.it

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