Le bimbe alla consulente: "Erano cose brutte"

Cronaca - Emergono maggiori particolari delle audizioni tra le prime due bambine ammesse all'incidente probatorio e il perito del gip di Tivoli Angela Giganti: "Erano giochi di parolacce"


Roma, 5 settembre 2007 - Poco meno di 150 pagine di trascrizioni. E molte dichiarazioni inquietanti fatte alla consulente dalle due prime bambine ammesse a testimoniare su complessivi 19 bimbi che saranno esaminati durante l'incidente probatorio per l'inchiesta in merito ai presunti abusi di Rignano.

INTERROGATORIO DIFFICILE - "Giocavo sempre, volevo sciogliere i bambini e liberarli, pero' la strega stava sempre la'''. E' una delle frasi che Maria (il nome e' di fantasia) dice alla consulente del gip del Tribunale di Tivoli, Angela Giganti, durante l'audizione, nell'ambito dell'incidente probatorio, svoltasi il 30 luglio scorso. Maria e' la prima a parlare davanti al gip Elvira Tamburelli, alla presenza del pm Tivoli, Marco Mansi, degli avvocati delle parti civili e dei difensori degli imputati. Dopo di lei parlera' un'altra bimba, piu' grande di eta'. Un interrogatorio difficile durante il quale la bambina viene messa a suo agio, con giochi e disegni da fare, dalla consulente collegata con un auricolare con il gip.

"COSE BRUTTE" - La neuropsichiatra invita la bimba a riferire delle ''cose brutte'' - come dice la bimba stessa - ricordando i precedenti colloqui. "C'era una strega che si chiamava Patrizia (secondo l'accusa la maestra Patrizia Del Meglio moglie dell'autore televisivo Granfranco Scancarello, entrambi indagati) - dice Maria - stava in un castello. C'erano tutti i bambini piccoli che non sapevano che cosa fare. C'ero pure io che gli davo le 'totto'' e la strega non moriva mai perche' era troppo potente e magica. La strega maligna Patrizia faceva male ai bambini, gli faceva le punture sulla chiappetta. Il castello era nero e ci andavamo in macchina, la macchina era di Marisa (la maestra, secondo l'accusa, Marisa Pucci)".

"MARISA E' UN'ALTRA STREGA" - Poi Maria aggiunge: "Marisa è un altra strega". La consulente le chiede dove abbia conosciuto quelle che la bimba definisce ''streghe'', risponde di averle ''viste al castello. Tante volte facevo anche dei giochi nel castello, quelli pesanti oppure quelli morbidi 'peluchati' come questo''. La piccola indica a questo punto dei pupazzi presenti nella stanza allestita nel Tribunale di Tivoli per le audizioni. "Nel castello - continua la bimba - c'erano tutti gatti uguali a questo''. ''Che gioco facevate con il peluche?''. Chiede la psicologa. ''Beh...alla patatina - risponde Maria che si strofina un peloche tra le gambe, sulle parti intime - ma era grosso il gatto e la faceva nella patatina, il culetto e faceva la...faceva malissimo, sai? Faceva malissimo ai bambini. A me non lo faceva perche' ero la piu' forte".

"ERANO GIOCHI DI PAROLACCE" - L'audizione continua sui "giochi brutti" e Maria chiede alla psicologa: ''si possono dire parolacce?''. ''Le parolacce non si dicono - risponde la psicologa - perche' erano giochi di parolacce?''. E la piccola replica: ''Si erano giochi di parolacce: facevo cosi' guarda (e la piccola continua a giocare con un pelouche) e mentre lo facevo ero spogliata, spogliata tutta: gli altri bambini erano con la pelle come me''. La consulente chiede a questo punto cosa facesse Patrizia durante questo gioco. ''Lei - risponde Maria - catturava i piccoletti e se ne andava al castello. Quando facevo questi giochi mi sentivo male''. Infine la bimba riferisce anche di un altro gioco ''quello della tigre e del guinzaglio'', mimandolo con la stessa psichiatra.

LA SECONDA BAMBINA - Più complessa, dalla lettura delle trascrizioni, l'audizione della seconda bambina: non risponde volentieri alle domande e si stanca facilmente. Un fuori programma caratterizza questo interrogatorio: il gip allontana dall'aula il papa' di un'altra presunta vittima di abusi: su segnalazione di un avvocato difensore, il giudice si accorge che il genitore indossa una maglietta con una scritta ''No alla alla pedofilia''. La seconda bambina parla delle statue nude e ''di cose bruttissime successe sotto la scuola''. Poi conclude dicendo alla consulente: ''ma io ora mi sono stufata di stare qua, voglio andare da mia mamma''.(ansa)


05/09/07 - redazione.romaone.it

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