Imbecilli, ignoranti, diffamatori

C’è un tipo di diffamatore che ha connotazioni maniacali ed ha bisogno di gettar fango sui bersagli prescelti per le manifestazioni di tale tendenza senza badare a smentite, “prese in castagna”, dimostrazioni le più chiare dell’infondatezza e della banalità di certe affermazioni, un bisogno che ricorda quello dei tossicodipendenti.
Quanto più le diffamazioni di questi signori sono espressioni di luoghi comuni e di ottusità, tanto più resistono nel tempo e tornano a galla dopo anni ed anni come se nel frattempo non fossero naufragate miseramente le campagne di ben orchestrate e strumentali calunnie e non fossero state ricacciate in gola a chi ne è stato il promotore ed il divulgatore di certe invenzioni.

Sul “Messaggero” del 24 ottobre 2007, in un riquadro intitolato assai pretenziosamente “Dieci righe di storia”, con il mero pretesto di un anniversario, vi si legge “24 ottobre 1988” – A Roma la prima sezione della Corte di Cassazione, presieduta da Corrado Carnevale, annulla “per difetto di forma” la condanna del boss napoletano Michele Zaza, trafficante internazionale di droga”. E via discorrendo. Discorrendo di diecine di sentenze annullate dalla sezione presieduta da Carnevale, della definizione di “ammazzasentenze” da questi guadagnata, di “difetto di motivazione” (come se fosse un pretesto in sé visibile) a fondamento di quegli annullamenti. E poi “nel 1992 Carnevale sarà trasferito alla (!!!) Sezione Civile della Cassazione.

Non una parola della pioggia delle accuse (di per sé indiziaria di un progetto persecutorio) e della loro definitiva, dimostrata infondatezza nei confronti di uno dei migliori magistrati mai avuti in Italia. E l’idiozia pertinace dell’”ammazzasentenze” (come se la Cassazione, invece che Corte, appunto, di Cassazione, dovesse essere “di confermazione”. E quel “difetto di forma” ammannito ai lettori come se si trattasse di un difetto di formato o di veste grafica del dattiloscritto della sentenza.
Autore del riquadro è tale Gianni Bisiach. C’è pure la faccia del medesimo in un piccolo riquadro accanto al titolo. Vecchio? Giovane? Sorride, evidentemente compiaciuto, non si sa se per la buona memoria di antiche campagne in cui, magari abbia avuto parte, oppure per essere stato capace di ripescare, rimestando, un vecchio argomento.
Rimestando. Si capisce in che cosa.

Da: www.giustiziagiusta.info - Mauro Mellini - legnostorto.com

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