Inquisizione ai puttanieri

Stravaganze del Ministro Amato : inquisizione ai puttanieri


Che ne direste se ai ministri venisse imposto un test obbligatorio prima ancora che venga loro conferito l’incarico? Parliamo di un test per accertare che il loro senso logico non faccia una grinza. Vi sembra esagerato? E perché mai? Forse che mettersi alla guida di un Paese comporti meno rischi che pilotare un aereo? Un’astronave? Un treno? Ora supponiamo che un vostro conoscente qualsiasi, di media cultura, una persona che vi sembrava normale si metta improvvisamente a sproloquiare dicendo che picchiare e sottomettere le donne dimostri una mentalità siculo-pakistana. Non vi preoccuperebbe uno che parla così?
Se poi lo stesso individuo continuando a spararle grosse auspicasse che vengano perseguiti a norma di legge i clienti delle cosiddette lucciole non sareste tentati di togliergli il saluto? Probabilmente, sì. Ma il guaio è che chi sostiene stravaganze simili non è una persona qualsiasi ma un ministro delle Repubblica, quel Giuliano Amato che non finisce di stupire. Lasciamo perdere quell’infelice accostamento fra la Sicilia e il Pakistan, che a prescindere da ogni considerazione di carattere storico contrasta soprattutto con la geografia, e fermiamoci a commentare la proposta di punire chi si accosta a donne che esercitano in strada quell’antichissimo mestiere.
C’è da far rilevare innanzitutto che si tratta in gran parte di immigrate, specialmente dall’Est europeo. Clandestine soprattutto, tante volte ridotte in schiavitù e costrette a prostituirsi, per cui sarebbe lecito attendersi che il governo intervenisse per almeno contrastare il fenomeno attraverso le espulsioni, tanto per cominciare, ma non soltanto, ovviamente. Insomma, è di queste cose che un ministro degli Interni si dovrebbe preoccupare adottando tutte le misure che rientrano nelle sue competenze.
E invece il signor ministro comincia dalla parte sbagliata, ovvero dai clienti, nientemeno. Come dire che la polizia sorprendendo qualcuno nell’atto di spacciare droga lo lasciasse indisturbato e arrestasse il compratore. Si capisce che imporre alle predette sventurate di tornarsene ai loro rispettivi Paesi o di esercitare al chiuso non rientra nella filosofia del politicamente corretto e del buonismo di stampo veltroniano, perciò è più comodo ricorrere a quell’ aberrante minaccia delatoria di far pervenire al domicilio dei reprobi il relativo verbale con il rischio di metterli in serio imbarazzo con le persone a loro vicine. Un rischio che a farselo venire in mente in quei momenti fatidici potrebbe provocare un blocco psicologico con conseguente flop persino ad un Rocco Siffredi.
Siamo insomma di fronte ad un proponimento punitivo con implicite finalità espiatorie che sarebbe piaciuto a Torquemada e che non dispiacerebbe all’esercito della salvezza. Un intento ancor più rimarchevole in quanto condiviso da non pochi sedicenti campioni della laicità arruolatisi, per l’occasione, nella folta schiera dei nuovi puritani, in tutto simiglianti a quelli del passato (prossimo e remoto) che nascondono dietro la pur condivisibile avversione al mercimonio sessuale il loro bigottismo e il malcelato disprezzo per tutti quelli che – non avendo spesso alternative - si accompagnano a donne di facili costumi.
Che non è certo una scelta elegante e neppure edificante, ma così è da che mondo è mondo, talché non ci sembra il caso di farla tanto lunga. E speriamo che i fautori della nuova morale si fermino qui. Perché a furia di confondere i ruoli si potrebbe, per esempio, arrivare a punire chi viene derubato, come avveniva nell’antica Sparta. Non vorremmo cioè che si leggessero, quanto prima, titoli siffatti sui giornali: “Estortore denuncia commerciante che si rifiuta di pagare il pizzo. Il ministro Amato non sa che pesci pigliare”. Come sempre, peraltro.

PIPPO LITRICO - domenica 30 settembre 2007 - cataniaomnia.it

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