Abuso dell’alcol tra i giovani: sballo e droga

L’Unione Europea rappresenta la regione con più il alto consumo di alcol nel mondo. Subiti dopo il tabacco e la caffeina, l’alcol è la sostanza psicoattiva maggiormente usata anche dai giovani italiani. Ma tutte le evidenze scientifiche hanno dimostrato che al di sotto dei 15 anni c’è una scarsa capacità metabolica di trasformare l’alcol, una maggiore facilità a cadere nella dipendenza, un maggiore rischio di provocare patologie croniche.

La sub-cultura del bere attualmente più popolare tra i giovani è orientata verso il “binge drinking”, cioè verso l’abuso concentrato in determinate occasioni, finalizzato al “bere per ubriacarsi”, consumando 6 o più bevande alcoliche di seguito. Ciò in netto contrasto con le sane abitudini “mediterranee” che enfatizzavano l’uso frequente, ma moderato ed ai pasti, di bevande non superalcoliche, privilegiando soprattutto il vino.
Quindi birra e superalcolici vengono sempre più usati come droghe con le quali ricercare lo sballo. I Paesi del Nord dai quali abbiamo mutuato queste recenti abitudini, hanno però da sempre adottato misure molto restrittive, se non francamente proibitive, nei confronti dei soggetti minorenni. Le stragi legate a guida incontrollata a causa dell’alcol sono concentrate, ma non sono più esclusive del “sabato sera”.
Dati nazionali dimostrano che nella fascia d’età fra i 15 ed i 18 anni i maschi che consumano quotidianamente alcol aumentano progressivamente fino all’ 11,7%, mentre le femmine raggiungono circa il 3%. Il fenomeno del “bere per ubriacarsi” è stato osservato nel 5,2% nell’età compresa tra gli 11 ed i 18 anni.
Il consumo di alcol in Italia è peraltro un fenomeno in continua evoluzione. Dal 1998 al 2003 tra i 14-16enni sono aumentate, per entrambi i sessi, le prevalenze dei consumatori di superalcolici (+24,4%), di aperitivi alcolici (+46,1%), dei consumi fuori pasto (+50%).
In aumento, in particolare fra gli universitari, l’uso di bevande alcoliche “mixate” con energy drink: quindi cocktail di superalcolici, uniti a bibite a basa di taurina e caffeina. Un’indagine tra gli studenti di Medicina (sic!) dell’Università di Messina ha rilevato che ben il 27% degli studenti ha questa abitudine di sballo, finalizzata a “mascherare” la sonnolenza conseguente soprattutto all’uso di superalcolici, quali: rhum, vodka, gin.
Purtroppo i mass-media e le pubblicità continuano ad enfatizzare la correlazione di immagini di successo e di piacere, concomitanti al consumo di alcol. Dovrebbe essere rese obbligatorie le avvertenze contro l’abuso, le informazioni sui danni, così come si è realizzato con il fumo di tabacco.
Il cosiddetto “pacchetto sicurezza” dovrebbe quanto meno introdurre pene decisamente più severe nei riguardi della guida in stato di ebbrezza.
Si dovrebbero informare in maniera martellante le famiglie sugli effetti pericolosi dell’alcol sulla psiche: comportamenti sessuali a rischio, violenza contro se stessi e contro gli altri, ecc.
I danni fisici sono soprattutto legati all’abuso cronico e possono interessare tutti gli organi ed apparati. Ricordiamo tra tutti: i problemi pancreatici, epatici che possono portare alla cirrosi, gastrointestinali, cardiovascolari, neurologici, a carico degli organi genitali e del sistema riproduttivo.
L’insorgenza di tumori viene facilitata sia dall’azione diretta dell’alcol, sia dalle patologie e dalle flogosi croniche da esso provocate.


12/11/07 - cataniaomnia.it

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