A Reggio 1.400 morti per tumore ogni anno

REGGIO EMILIA (12 nov. 2007) - E' vero, il progresso scientifico corre a "velocità geometriche", ma il rischio di ammalarsi di cancro continua a essere elevatissimo: la percentuale di possibilità di contrarre la malattia nel corso dell’esistenza è del 50%.
E anche se guarire non è più una chimera, è spaventoso il numero di vittime che ancora miete il flagello del terzo millennio: nella nostra provincia sono 19mila coloro che hanno o hanno avuto (quindi sono guariti o sono in terapia) il tumore.
In questo specifico campo della medicina, il sistema sanitario della nostra provincia si conferma ai vertici europei: siamo ai primi posti per la guarigione della patologia considerata nella sua generalità, in vetta alla classifica per quanto concerne i tumori alla mammella e al colon. Merito di una equipè composta da 8 medici e due specializzandi.
Un team, numericamente inferiore rispetto ad altre realtà a noi vicine, ma che rappresenta un’eccellenza del settore di riferimento. Tanto più che l’ospedale cittadino è in procinto di trasformarsi in un Irccs Oncologico (Istituto di ricerca e di cura a carattere scientifico).
A capo della struttura di Oncologia reggiana è il primario Corrado Boni, 57 enne, parmigiano di origini e presidente del Goirc (Gruppo oncologico italiano di ricerca clinica fondato dal reggiano Giorgio Cocconi, oltre 25 anni fa a Parma).

Professor Boni, in occasione della giornata contro il tumore proclamata dall’Airc, il presidente della Repubblica ha dichiarato: “La lotta contro il cancro sta passando per strade innovative: nel secolo scorso abbiamo capito quali sostanze provocano i tumori, adesso invece studiamo come queste sostanze interagiscono con il nostro Dna”. Le chiedo: a che punto sta la ricerca?

E’ in continuo divenire. E’ vero che si procede a piccoli passi ma è altrettanto vero che negli ultimi anni sono state fatte importanti scoperte nell’ambito della ricerca molecolare. In altre parole è aumentata la conoscenza della genesi del tumore, così come si è accresciuta la conoscenza delle loro specificità. Due dati importanti per lo studio dei rimedi specifici della patologia.

Quindi si può affermare che oggi conosciamo a fondo il nemico?

Sicuramente molto più a fondo di prima.

In tema di ritrovati scientifici, quali sono le novità?

Sono stati individuati nuovi agenti biologici: dagli anticorpi monoclonali alle molecole che inibiscono i fattori di crescita del cancro e quello dei vasi (attraverso cui il tumore si nutre). Ma il problema è più complesso perché esistono molte vie metaboliche attraverso cui il tumore può svilupparsi. Per cui: inibita una strada, il cancro può svilupparsi seguendo altre direttrici.

Dagli esperimenti in laboratorio, quanto tempo bisogna aspettare prima che la medicina o il farmaco possano essere commercializzati?

Di solito l’iter di un farmaco nuovo è lungo: prima gli studi in vitro, quindi le sperimentazioni sugli animali, infine quelle sull’uomo. E’ vero che oggi si stanno velocizzando i passaggi da una fase di sperimentazione all’altra, ma, soprattutto con riferimento allo studio delle terapie post-operazione chirurgica, i tempi sono piuttosto lunghi.

Lei parla di “tempi piuttosto lunghi”: è possibile quantificarli?

Per avere una valutazione iniziale sull’efficacia del farmaco occorrono fra i 5 e i 10 anni.

Esistono ostacoli di natura speculativa, da parte delle aziende farmaceutiche, ad esempio, alla diffusione di medicine e farmaci?

E’ un sospetto assurdo. L’interesse della case farmaceutiche è di essere più veloci delle concorrenti.

Sempre due giorni fa, e sempre il capo dello Stato Napolitano ha sottolineato la necessità che “gli investimenti in ricerca non vengano condizionati dagli orientamenti politici”.

In che misura, politica e baronati incidono, o possono farlo, nella lotta al cancro?

Fino ad ora la ricerca è stata sponsorizzata al 90% dalle aziende farmaceutiche. E’ chiaro che gli studi spontanei (che partono dai vari centri o gruppi di ricerca) hanno il vantaggio di perseguire solo risultati scientifici puri, lontani da quello che può essere un interesse economico. Tuttavia, per fare uno studio sono necessari sistemi di persone specializzate con costi elevatissimi.

Paolo Vineis, docente di epidemiologia all’Imperial University di Londra ha sottolineato che l’ambiente in cui viviamo ha un’incidenza sullo sviluppo di un tumore compresa fra l’1% e il 20%. Cosa ne pensa?

Si tratta di stime difficili da accertare. Di certo l’ambiente in cui viviamo è importante. Ma i rischi maggiori arrivano dai nostri stili di vita: fumo ed alimentazione inadeguata probabilmente possono essere considerati più importanti.

Ci sono alimenti particolarmente indicati per prevenire la malattia?

Sicuramente la frutta e la verdura, una dieta ipocalorica e un uso parco dei grassi animali. Insomma, la dieta mediterranea sembra la migliore che esista.
Dai dati del registro tumori italiano emerge che la nostra città spicca in termini di sopravvivenza in caso di patologie tumorali.
Negli ultimi 30 anni sono stati fatti progressi enormi grazie alla diagnostica tempestiva e a nuove tecniche di cura.

Lei parla di miglioramenti: tradotti in cifre, di cosa stiamo parlando?

Rispetto agli anni ’70, oggi è più che raddoppiato il numero delle donne che guariscono dopo l’intervento chirurgico. Venendo al tumore del colon metastatico, rispetto a 15 anni fa, la durata della sopravvivenza è più che quadruplicata.

Il ministro Turco sostiene che, in 10 anni, la mortalità per cancro è scesa del 90%. Le risulta?

Mi sembra un po’ ottimistico, mi accontenterei di una percentuale del 5%.

Quante persone muoiono di cancro a Reggio, ogni anno?

Nel 2003 nella provincia di Reggio sono stati registrati circa 1.400 decessi per cancro (complessivamente, fra malattie e incidenti sono stati circa 5mila i morti), a fronte di circa 3.600 nuovi casi. Da qui si evince che la percentuale di guarigione è abbondantemente superiore al 50%.

Quali sono le percentuali di sorpavvivenza a 5 anni dei principali tumori?

La percentuale è del 64% per il tumore del colon (era di circa il 45% pochi anni fa), dell’87% per il carcinoma della mammella, del 73% per il tumore della cervice uterina. Ancora un po’ deludenti i dati relativi al cancro al polmone, al pancreas e allo stomaco.

In quanti si ammalano?

A Reggio si ammalano di cancro circa 3.600 persone all’anno. Il dato fa riferimento a tutti i tipi di tumore. Globalmente, presso l’Oncologia di Reggio abbiamo 1.500 pazienti (di cui 900 nuovi casi) in terapia nel corso di un anno.

Risulta che l’Oncologia reggiana sia fra le più attive in regione?

Sono circa 22mila gli accessi di pazienti in day hospital nella nostra struttura.

Qual è, oggi, in percentuale, il rischio che corriamo di essere vittime del cancro?

E’ la seconda causa di morte dopo le malattie cardiovascolari: un morto su quattro è una vittima del cancro. Il rischio di ammalarsi di tumore nel corso dell’esistenza è comunque superiore al 50%. Tuttavia, è bene sottolinearlo, ammalarsi non significa morire.

Ci sia ammala di più o di meno rispetto al passato?

Calcolando che l’età media è aumentata moltissimo (oltre 80anni) la percentuale con cui si contrae la malattia è in aumento. Ma a fronte di una calodella mortalità. E, quest’ultimo, è un dato in continuo miglioramento.

Perché ci si ammala: più per motivi genetici o per lo stile di vita che conduciamo?

Esistono problemi ereditari, ma lo stile di vita è più importante. Togliendo il fumo, con un’alimentazione corretta, e riducendo le esposizioni ambientali (all’inquinamento, e a sostanze tossiche) l’incidenza del tumore scenderebbe parecchio.

La possibilità di ammalarsi cresce con l’aumento dell’età?

Quasi tutti i tumori aumentano con l’avanzare dell’età.

Sono più a rischio gli uomini o le donne?

Globalmente è superiore l’incidenza nel maschio, perché esistono due forme tumorali molto comuni che colpiscono prevalentemente o esclusivamente il maschio quali il cancro al polmone e quello alla prostata.

Qual è il tasso di mortalità nel caso di tumore al polmone?

Intorno all’80%

Quali sono le forme tumorali più diffuse?

Dipende. A livello italiano i più diffusi sono: tumore al polmone, tumore del colon, quello allo stomaco e alla mammella. A livello mondiale sono più diffuse le patologie al polmone, allo stomaco e al fegato (in aumento anche in Italia a causa del diffondersi delle Epatite C).

Quali sono i più pericolosi?

Sono tutti pericolosi. Le percentuali di guarigione maggiori riguardano le patologie alla mammella (87%), al colon, ai linfomi (più del 50%), e al testicolo (oltre 90% dei casi).

Esistono vaccini?

No. Si stanno studiando sperimentazioni sul tumore ovarico in cui esiste un farmaco che agisce da vaccino, ma è ancora in fase sperimentale.

Quanto conta l'approccio mentale del paziente nella guarigione da questo male?

Molto poco. E’ molto importante per quanto concerne l’alleanza terapeutica col medico. Ma di per sé non conta granché.

Qual è lo Stato più evoluto, per quanto concerne le terapie nella cura del cancro?

Come ricerca di base gli Usa hanno mezzi e finanziamenti elevati. L’Italia vanta una delle sanità migliori in assoluto.

Si tratta di terapie costose?

Sì, molto costose (per la società), ma le cure sono gratuite per il paziente. E’ per questo che è necessario utilizzare i farmaci con molta attenzione e in base a evidente scientifiche di efficacia.

Esiste una sintomatologia che funge da campanello d’allarme per chi si sta ammalando?

Nella stragrande maggioranza il cancro è molto subdolo. Fare lo screening (oggi è possibile farlo alla mammella, al colon, e per prevenire il tumore della cervice uterina) è molto utile. A Reggio lo screening per il tumore del colon è partito qualche anno fa e i benefici già si vedono.

C'è chi la definisce la vera guerra del terzo millennio. Ma ritiene che la lotta al cancro potrà finire?

C’è chi lo sostiene. Di certo registriamo progressi continui e tangibili. E questo è un bene.

La ricerca sulle cellule staminali potrà essere risolutiva?

Sicuramente è una delle centinaia di strade da intraprendere.

E' ottimista?

Ci sono stati progressi tangibili.

Ci dispensa i quattro consigli più importanti?

Smettete di fumare, conducete una vita sana, sottoponetevi agli screening e, in caso di malattia, rivolgetevi immediatamente a centri specializzati.

12/11/07 - emilianet.it

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