Moda e dintorni: un mondo dorato ed insidioso

Da poco si è concluso a Milano il consueto appuntamento autunnale con la moda, che ha avuto un grande successo di pubblico, con grande soddisfazione degli stilisti interessati. In questa edizione vi è stato anche un progetto inedito dedicato ai giovani stilisti. La manifestazione nel suo insieme ha riscosso un ampio successo, con oltre 15 mila operatori, giunti da ogni città per assistere alle 233 collezioni, 6 sfilate per 90 marchi. Ma al di là di questi numeri che di per se sono significativi e danno il senso della sua importanza nell’economia milanese, ci siamo mai posti il problema di pensare cosa c’è dietro le scintillanti passerelle, dove l’immagine, i colori, le luci hanno il suo tripudio e lasciano trasparire un mondo costruito ad arte nei minimi dettagli, anche il fisico degli addetti ai lavori? La storia ci insegna che la moda, detta anche storicamente costume, nasce solo in parte dalla necessità umana correlata alla sopravvivenza di coprirsi con tessuti, pelli o materiali lavorati per essere indossati. Mentre più legato alla psicologia è l'aspetto del mascheramento. Gli abiti possono servire a nascondere lati della personalità che non si vogliono far conoscere, o viceversa a mostrarli. Da qui, probabilmente, il proverbio:"l'abito non fa il monaco".
Nei secoli passati, la moda era appannaggio delle sole classi abbienti a causa soprattutto del costo dei tessuti e dei coloranti usati, che venivano estratti dal mondo minerale, animale, vegetale. Il povero indossava solo abiti tagliati rozzamente e, soprattutto colorati con tinture poco costose come il grigio. A questi si aggiungeva scarpe in panno o legno. Spesso non potendo permettersi il lusso di acquistare abiti nuovi confezionati su misura, si ripiegava sull'abbigliamento usato. Prima dell'Ottocento, l'abito era considerato talmente prezioso, che veniva elencato tra i beni testamentari.
In tutte le epoche si sono susseguite le mode le tendenze e gli stilisti hanno da sempre creati abiti che facessero sentire a loro agio chi voleva essere alla moda. Di pari passo ogni epoca ha avuto i suoi modelli che interpretavano e rappresentavano la moda ispirando il desiderio di voler indossare quegli abiti portati con tanta disinvoltura.Con la fine della guerra la moda riparte soprattutto a Parigi dove si realizzò un "Teatro della Moda" in miniatura per far vedere i modelli di quei tempi. Nel 1947 la moda francese riparte con entusiasmo con la prima collezione di Christian Dior. Prêt-à- porter: un'espressione della lingua francese "pronto da indossare". In opposizione all’alta “haute couture”, il prêt-à-porter è costituito da abiti realizzati non su misura del cliente, ma venduti finiti in taglie standard pronti per essere indossati. Oggi la maggior parte delle case di moda si dedica alla sola produzione di modelli prêt-à-porter, l'alta moda rimane solo come vetrina delle capacità tecniche e creative della casa.La realizzazione del prêt-à-porter ha comportato anche un completo cambiamento nella così detta ingegnerizzazione del prodotto. I modelli vengono studiati in modo da permettere la suddivisione del lavoro tra i diversi addetti. L'ottimizzazione non riguarda il tempo. Milano è diventato da anni il palcoscenico internazionale della Moda quale centro di tendenze, innovazione ed energia.
E’ stata in quest’ottica che un giovane albanese, guardando all’Italia come i nostri nonni guardavano all’America all’inizio dello scorso secolo, si fa convincere dagli amici a viaggiare fino a raggiungere Milano: la capitale non solo economica italiana, ma da tempo oramai affermatasi come capitale della moda. Cosi si rivolge come tutti ad una agenzia e la sua scelta cade sulla John Casablancas, che gli offre numerose porte per costruire la sua crescita professionale e personale, imparare a conoscersi e a sfruttare al meglio la propria sicurezza. Impadronirsi di queste tecniche è un patrimonio assoluto per affrontare qualsiasi percorso professionale con grinta e determinazione, consapevolezza e un po’ di mestiere.
Le agenzie da sempre danno tutte le indicazioni per muovere i primi passi nel mondo della moda. Inizia così un percorso formativo individuale capace di valorizzare e a tirare fuori il meglio di sé in ogni situazione. Ma il mondo della moda non cerca solo bellezza, spesso sono il carattere e la personalità a farsi notare. Dalla chiacchierata con Saimir viene fuori il suo sfogo verso quel mondo che egli stesso ha scelto e che ora guarda con molta criticità: si sente discriminato rispetto ad altri suoi colleghi americani o di altri paesi nord europei. Una cosa ha ben chiara Saimir vuole emergere, non vuole rimanere nel mucchio e si proietta con i suoi sogni di giovane verso il suo futuro che vede migliore del suo presente. E’ deciso, forte e determinato, tutte doti che, unite alla straordinaria bellezza che madre natura gli ha donato, faranno sicuramente di lui qualcuno.
Ma il mondo della moda non cerca solo la bellezza. Spesso sono il carattere e la personalità a farsi notare, così non può non notarsi la differenza di questo giovane sognatore con altri due rappresentanti del campo della moda, che invece non hanno attraversato il mare per stabilirsi a Milano ed iniziare il loro cammino. La loro storia è un parallelo a quella di Saimir, ma è di casa nostra. I due protagonisti sono Marco e Giorgio, giovanissimi, anni 22 e 23, ma già da alcuni anni nel campo della moda, dove vantano parecchia esperienza a loro attivo e sfoggiano un ricco curriculum che li fa posizionare in un ottimo trampolino di lancio per avere degli ingaggi importanti. Sono due lombardi, anche se le loro famiglie non sono interamente padane. Giorgio e Marco stesso sono inseparabili amici e compagni di lavoro, quindi era inevitabile che condividessero lo alloggio per ammortizzare le spese. Unica cosa che non sono disposti a condividere sono le rispettive ragazze alle quali dicono sono fedeli. Non è difficile coglierli in compagnia di belle ragazze, che fanno a gara per starle vicino. Assidui frequentatori dell’Hollywood e dell’isola di Corso Como, non disdegnano di frequentare anche normali pub e birrerie ed è stato in uno di questi locali, che li ho incontrati, perfettamente a suo agio e mimetizzati tra gli altri giovani, oramai tutti un po’ narcisi. Anche Marco e Giorgio lamentano di come sia arduo il cammino in questa realtà della moda, dove dietro lo scintillio delle ribalte sulle passerelle durante le sfilate, spesso si nascondono drammi come il problema dell’anoressia che affligge soprattutto le giovani modelle, e storie di stenti, di sopportazioni di ogni genere, pur di arrivare a coronare i sogni: unica vera motivazione che non ti fa desistere.
Indubbiamente posseggono entrambi ottime qualità, e anche se con due differenti bellezze, Giorgio con bellissimi occhi verde-azzurro, fisico scolpito, forte personalità, mentre Marco è un morettino, capelli e occhi scuri, con fisico filiforme, con un grande senso dell’ humor e con la battuta sempre pronta, ispira immediatamente una naturale simpatia, requisito molto utile a dare una mano al suo interessante profilo.

Sebastiano Di Mauro - 16 novembre 2007 - 2duerighe.com

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