Muore dopo una risonanza

Bari, indagati tre medici


BARI - Un colpo di tosse. Poi conati di vomito e contrazioni muscolari. La risonanza magnetica era cominciata da qualche secondo, pochi minuti prima aveva ingerito il liquido di contrasto. È morto così Giovanni Giordano, operaio di 57 anni di Altamura, provincia di Bari: un esame di routine effettuato in un centro diagnostico privato a Castellana Grotte. E poi il malore e il ricovero, inutile, in ospedale. "Stava bene prima di entrare in quella stanza" giura la moglie che ha presentato una denuncia ai carabinieri. "Mi devono dire cosa ha ucciso mio marito". Per accertarlo il sostituto procuratore del tribunale di Bari, Carmelo Rizzo, ha disposto l'autopsia (si farà tra oggi e domani). E ha iscritto nel registro degli indagati tre medici: si tratta dei dottori che stavano eseguendo la risonanza nel laboratorio radiologico "Viterbo-Di Carlo srl". Sono accusati di concorso in omicidio colposo.

Intanto i carabinieri della compagina di Castellana stanno accertando quello che è accaduto. La dinamica appare chiara. L'uomo è arrivato da Altamura a Castellana, sessanta chilometri, guidando la sua auto. Accanto, c'era sua moglie. Non era nervoso, si trattava di un esame di routine e poi non era la prima volta che si sottoponeva a una risonanza magnetica: sei mesi fa Giordano era stato operato per una cisti al cranio.
"Niente di grave, un intervento banale" giurano i familiari, difesi dall'avvocato Giovanni Moramarco.

"Non era venuto nel nostro laboratorio ma aveva regolarmente preso il mezzo di contrasto senza avere alcun problema" spiega però il direttore sanitario del centro diagnostico privato, Marcello Viterbo. Giordano ingerisce il liquido e, come da prassi, comincia l'esame. Dall'altoparlante, pochi minuti dopo, il medico che lo stava seguendo sente che comincia a tossire.
Sospende tutto e trasporta il paziente nei corridoi: ha conati di vomito, contrazioni muscolari, la bava alla bocca. Dal centro chiamano il 118 e intanto provano a rianimarlo. Giordano viene portato subito in ospedale. Dopo nemmeno tre ore muore.


Accusa la moglie: "Un minuto prima che entrasse in quella stanza, prima di bere quel liquido, mio marito stava benissimo". "Il mezzo di contrasto - si difende però il direttore sanitario del laboratorio privato - non può essere stato: il liquido viene somministrato in piccole dosi e non ha controindicazioni da parte del ministero della Salute, tanto che non sono previsti esami preliminari". "In casi rari - spiegano però dall'associazione dei medici anestesisti-rianimatori - il mezzo di contrasto può provocare lo shock anafilattico e, se il paziente non viene subito rianimato, entro tre, quattro minuti, rischia la morte".


di GIULIANO FOSCHINI - 15/11/2007 - repubblica.it

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