40 anni di crimini in Italia

Presentato al Viminale il Rapporto sulla criminalità in Italia. Aumentano i reati familiari, sulle donne e l’uso di droga. Calano gli omicidi.

Roma - Diminuiscono gli omicidi, aumentano furti e rapine. In crescita le “violenze familiari”, di pari passo con il consumo di cocaina. E’ la fotografia scattata dal “Rapporto sulla criminalità in Italia - Analisi, Prevenzione, Contrasto”, presentato mercoledì 20 giugno al Viminale dal ministro dell’Interno Giuliano Amato, affiancato dal viceministro Minniti.

Alla conferenza stampa hanno partecipato anche anche il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, Gianfrancesco Siazzu, il capo del Dipartimento della Pubblica sicurezza del Ministero, prefetto Gianni De Gennaro, e il comandante generale della Guardia di Finanza, Cosimo D’Arrigo.

Il Rapporto sulla criminalità 2006, condotto attraverso criteri scientifici, è stato realizzato con la collaborazione del gruppo di lavoro del professor Marzio Barbagli. La sua particolarità risiede nell’estensione temporale. Ripercorrendo l’Italia dal 1968 fino al 2006, il Rapporto analizza l’andamento dei reati violenti e contro il patrimonio nell’arco di 40 anni, misurando i ‘trend’ attraverso uno sguardo di lungo periodo – quantificabile almeno in decenni - in considerazione della tendenziale lentezza con cui mutano i reati.

Importante, inoltre, il fattore dei reati “sommersi”. Lo studio, infatti, ha tenuto conto dei delitti commessi ma non denunciati, presentando le stime di questi ultimi unitamente ai dati dei crimini effettivi. “Il senso del documento – ha commentato Amato - è quello di analizzare i fenomeni legati alla criminalità in un contesto di lungo periodo, più idoneo per valutare se le variazioni registrate indicano o meno un diverso trend, e per interpretarle correttamente”.

Ecco che si scopre come il numero di omicidi sia notevolmente diminuito negli ultimi anni, fino a registrare il minimo storico nel 2005 (601 unità), per poi attestarsi a 621 nel 2006, un livello più basso del 2004 e di tutti gli anni precedenti. Ma, a fronte di andamento calante degli omicidi volontari dal ’90 ad oggi, emerge un preoccupante aumento dei reati “familiari”, a partire dal ’92. Un’emergenza sociale, tanto che si attesta una crescita esponenziale di tutti i tipi di violenza sulle donne, non solo sessuale. Il fenomeno riguarda anche lesioni e maltrattamenti, il 62% dei quali commessi dal partner.

In salita anche i reati ad opera della criminalità organizzata, nonostante la novità del caso Napoli.

Dal Rapporto emerge che il 2006, diversamente dall’immagine passata sui media, è in realtà uno degli anni con i tassi più bassi in relazione a questo reato, con il 3,3% contro il 3,8% del 2005 e il 5,3% del 2004. Un altro luogo comune da sfatare, secondo lo studio, è il legame straniero – illegalità. Il tasso di criminalità ascrivibile all’immigrazione, infatti, si attesta alla stessa percentuale dei cittadini italiani. A un 5% di immigrati regolari in Italia corrisponde un 5% di reati, con un rapporto tra le percentuali pari a quello rilevabile per gli italiani.

La criminalità collegata ai cittadini stranieri si concentra nel mondo degli irregolari, sia per i reati in violazione della normativa sull’immigrazione, che per i rati predatori, particolarmente frequenti nel Nord Est italiano, per la notevole presenza di flussi migratori clandestini “mordi e fuggi” dall’Est dell’Europa, attirati dalla concentrazione di ricchezza. Nel settentrione cresce la percezione di una scarsa sicurezza, dovuta all’incidenza di questi crimini, ed è maggiore il rischio che si diffonda l’equazione 'straniero uguale criminale'.

In realtà, sono solamente tre le nazionalità straniere - rumena, albanese e marocchina - che si macchiano di reati gravi, ma vengono contrastate sempre più spesso dalle espulsioni, in leggero aumento, 20 nel 2006 a fronte delle 15 nel 2005. La lotta agli irregolari continua sulla strada della collaborazione internazionale, intrapresa finora solo con la Romania. L’impiego di squadre investigative miste italo-rumene ha portato a centinaia di arresti, grazie alla maggior conoscenza da parte dei poliziotti rumeni della loro realtà territoriale, come nella recente operazione “Icaro”.

Infine, il responsabile del Viminale ha fornito ulteriori dati a proposito del consumo di droga, in netto aumento stando ai quantitativi sequestrati, nei quali cresce, con quasi 5 tonnellate all’anno, la prevalenza della cocaina sull’eroina. In ripresa, invece, i reati legati ai furti, in particolare di auto e motorini, e rapine, soprattutto nel Centro Nord e in Campania. La criminalità urbana è uno dei capitoli affrontati recentemente con i Patti per la sicurezza, stipulati a Roma, Milano, Torino, Bologna e in via di attuazione anche nelle altre maggiori metropoli, grazie ai quali sono stati messi a disposizione oltre 1.800 uomini.

Il Rapporto è stato redatto sulla base di due fonti ufficiali. La statistica prodotta dagli uffici giudiziari, riferita ai reati per i quali l’Autorità Giudiziaria ha iniziato l’azione penale, e la statistica costituita dai reati denunciati alla Magistratura dalle Forze di polizia, tenendo presente che il vecchio sistema di trasmissione all’Istat dei dati relativi alle denunce sul modello 165 è stato sostituito, nel 2004, con il nuovo sistema di rilevazione SDI, acronimo di Sistema di Indagine.

29/06/2007 - di Barbara Laurenzi - Sintesi rapporto_sicurezza_2006.pdf - fonte

Nessun commento:

Basta guerre nel mondo!