Tragedia della disperazione a Palermo

Una storia piena di tristezza e sconforto. Sullo sfondo un colpevole: l'indifferenza delle istituzioni

E' una storia piena di tristezza, disperazione e sconforto quella di Calogero Crapanzano, anziano maestro in pensione di Palermo, che ha ucciso il figlio autistico dopo averlo accudito per 24 anni.
C'è anche stanchezza, troppa stanchezza, e sfiducia, delusione e pentimento, sincero.
E c'è anche un colpevole sullo sfondo: l'indifferenza delle istituzioni.
Un storia piccola, se vogliamo, ma che all'interno ha tutti i colori per dipingere un gigantesco ''fregio della vita''. Doveroso raccontarla perché in essa si riscopre una pietas di cui abbiamo bisogno.

Calogero Crapanzano è un sessantenne mite, un intera vita spesa nell'insegnamento e ad accudire suo figlio, Angelo, colpito all'età di due anni da una grave forma di autismo.
Una vita difficile ma portata avanti con grande dignità e completa dedizione.
Ventiquattro anni nei quali Calogero e la moglie hanno pensato al proprio Angelo da soli e con una fatica che con il passare degli anni è divenuta sempre più grande.
Il ragazzo dava spesso in escandescenze e picchiava i genitori o si feriva da solo.
Il padre si era rivolto più e più volte alle strutture pubbliche e alle istituzioni, ma l'unica cosa che era riuscito ad ottenere era l'assistenza di alcuni psichiatri che prescrivevano psicofarmaci, in modo da tenere Angelo sotto l'effetto di sedativi.

''Erano anni che cercavo di farlo ricoverare, ma le istituzioni mi hanno sempre lasciato solo... Sabato non ce l'ho più fatta''.

Sabato scorso, infatti, come spesso capitava, Calogero e Angelo sono andati in macchina a fare un giro nella campagna di Gibilrossa, appena fuori Palermo.

''Come ogni giorno - ha raccontato Calogero - anche sabato, lo avevo portato in auto a fare una passeggiata. Da Bonagia, il quartiere in cui abitavamo siamo arrivati a Gibilrossa. Lui ha cominciato a ripetermi all'infinito che dovevo smontare il condizionatore poi ha preso a litigare a mordersi le mani... Io ho perso la testa... l'ho strangolato con il cavo da traino che avevo nel cofano''.

Calogero a quel punto ha adagiato il corpo senza vita di Angelo lungo i sedili posteriori dell'auto, e si è recato alla stazione dei carabinieri di Villagrazia a costituirsi. Crapanzano ha raccontato tutto ai carabinieri, quello che aveva fatto e il perché l'aveva fatto. Con lucidità e mitezza agli agenti ha riassunto i 24 anni vissuti con Angelo, Poi è scoppiato in un pianto inconsolabile.

''Sono pentito'', ha cominciato a ripetere l'ex maestro palermitano in preda alla disperazione. ''E' successo tutto in un raptus di sconforto''. ''Ero solo... mi hanno lasciato da solo tutti... Lui ci picchiava e si feriva da solo... Aveva una forza incredibile. Ero costretto a dormire con lui, nel lettone, per poterlo guardare a vista, sempre, anche di notte. Ma ero solo ad assisterlo... da sempre... Dalle istituzioni sono stato abbandonato. Per anni ho cercato di far ricoverare mio figlio in un centro specializzato, ma ho solo raccolto dei rifiuti. Solo pillole davano a mio figlio...''.

Fra le lacrime Crapanzano ha quindi denunciato la sua situazione al limite, l'indifferenza delle istituzioni e ha denunciato se stesso e l'imperdonabile atto commesso.

L'uomo è stato arrestato subito dopo la sua sconvolgente confessione. Il giudice ha convalidato il fermo ma ha ordinato la scarcerazione. Per Calogero Crapanzano non ci sarebbero le esigenze cautelari per prolungare la detenzione. D'altronde il procuratore aveva chiesto la custodia cautelare solo per confermare la tesi del raptus. ''Devo andare a Favara a seppellire il mio povero figlio'', avrebbe detto Calogero Crapanzano appena uscito dal carcere. ''Sento Angelo ancora accanto a me, e devo dagli una degna sepoltura nel cimitero del paese dove è nato''.

Oggi nella chiesa del quartiere Bonagia si celebreranno i funerali di Angelo, poi la sua salma verrà tumulata a Favara, paese di origine della famiglia.
Calogero si porterà nel cuore, per sempre, un dolore inenarrabile.

28 giugno 2007 - fonte

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