Dietro a una patente "a orologeria"

Proteste. Proteste. E ancora proteste. Perché la patente è
sentita come un diritto: così il non dare l'idoneità alla guida, oppure il
condizionarla a frequenti visite mediche, viene considerato come
un'incomprensibile punizione. Quello che non si sa, però, è che in caso di
incidente causato dalla propria patologia - ipotesi che, come vedremo, non è
così remota - l'assicurazione non paga. E si finisce nei guai.



Proteste telefoniche. Il dr. Sergio Lafisca, medico legale, direttore del
Dipartimento di Prevenzione dell'Ulss 12, è al telefono con un mestrino che
protesta perché la commissione cui spetta decidere sull'idoneità alla guida gli
ha sì rinnovato la patente, ma in base al suo stato di salute gli ha imposto di
ripassare tra sei mesi (anziché dieci anni come tutti). Il che implica disagi e
spese: e il cittadino non ci sta. Anzi, protesta perché la sua onestà - ha
segnalato la patologia di cui soffre - viene "punita" con una "patente a tempo";
mentre chi fa il furbo, nascondendo il suo vero stato di salute, mantiene
l'idoneità a prendere in mano il volante. Tanto che si racconta di un vecchietto
con la Porche, che ci vede meno di un pesce degli abissi e ci sente meno di una
vipera, che guida indisturbato passando di incidente in incidente...



Chi scopre i “furbi”. Ma il dr. Lafisca non cede. «L'onestà di chi
dichiara i suoi "malanni" non può essere un motivo per aggirare la legge»,
riflette, «il punto di riferimento non possono essere i furbi». Ma è vero che
rimangono dei problemi aperti: non è compito dell'Ulss andare a scovare chi non
è più potenzialmente in grado di guidare. Ci si imbatte in queste persone il
giorno in cui scade la loro patente di guida, se è una patologia evidente. Ma se
il guidatore è, ad esempio, cardiopatico, o diabetico, e non lo segnala... O se
capita che, appena rinnovata la patente per altri dieci anni, una persona si
ammali a livello neurologico o subisca un'invalidità e si tenga il documento per
la guida per altri nove anni... che si fa?



Dopo un incidente... «Purtroppo oggi questo è un limite», ammette il dr.
Lafisca. «Bisogna trovare il modo per far sì che i medici curanti segnalino la
patologia. Oggi uno esce dall'ospedale con un serio pregiudizio alla guida e può
ancora mettersi al volante. Per legge si dovrebbe segnalare: lo dice il codice,
lo dicono sentenze, la Motorizzazione ha cercato di coinvolgere i medici
eppure... Il fatto è che in questi casi, se c'è un incidente, si potrebbe anche
andare in giudizio». L'assicurazione, infatti, non paga i danni se l'incidente è
causato da una patologia non segnalata dal guidatore. «Ho seguito un caso del
genere in un'altra provincia: un diabetico, con difetti visivi, ha investito una
donna. E' stato incriminato anche chi gli ha dato l'idoneità alla guida».



I numeri. Bisogna tener conto infatti che il numero di incidenti
provocati da patologie del guidatore è relativamente basso (7/8 casi su 1000),
ma diventa importante sui grossi numeri. Sui quasi 250 mila incidenti stradali
con feriti o morti che avvengono ogni anno in Italia, si avrebbero quasi 2000
incidenti causati da patologia del guidatore. Un'ecatombe.



Chi “boccia”. Come dovrebbero andare le cose? Se il medico, durante la
visita per il rinnovo della patente, evidenzia una delle patologie previste dal
codice della strada, non può dare l'idoneità; a questo punto interviene una
commissione medica provinciale, istituita presso l'Ulss capoluogo di provincia
(nel nostro caso appunto Venezia), composta da due medici legali dell'azienda
sanitaria (tra cui appunto il dr. Lafisca) e un medico di quelli abilitati per
le visite per le patenti (che provengono dalle file dell'Esercito, della Polizia
o delle Ferrovie dello Stato). E' questa commissione che può "bocciare"
definitivamente il soggetto o può obbligarlo a periodiche visite per il rinnovo,
per verificare come la malattia evolve.

«Ma il mio medico dice che sto benissimo...», è l'obiezione più comune. «Lo dice
- commenta il medico legale - rispetto alla vita consueta del paziente, se si
tratta di soggetti ben stabilizzati. Guidare un'auto a 130 all'ora è un altro
paio di maniche...».



La soluzione: annullare i costi. Certo, un problema esiste: ed è quello
che fa dopotutto più arrabbiare i cittadini. Il rinnovo della patente, tra
visite e balzelli vari, costa: e doverlo fare ogni 6 mesi invece che ogni 10
anni... «Il fatto è che la patente viene vista dalla legge in maniera
assolutamente superata», spiega Lafisca, «come un fatto ludico e non una
necessità della vita odierna. Io e i medici legali di tutta Italia proponiamo
che questi controlli rientrino nella diagnostica preventiva e siano dunque
gratuiti. Più prevenzione di questa... Le vittime di incidenti stradali,
infatti, sono la maggiore "epidemia" con effetti mortali d'Italia».


Paolo Fusco - Tratto da Gente Veneta, no.27 del 2007 - gvonline.it

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