Dini stacca la spina al governo: "Voto no anche con la fiducia"

Sulle prime, Lamberto Dini usa l’arma
dell’ironia. «Abolire lo scalone previdenziale e sostituire le minori spese con
i risparmi della pubblica amministrazione? Con cosa, con il taglio dei
telefonini e delle auto blu?». Ma dura poco. «Queste cose, però, le dicono i
collaboratori del presidente del Consiglio. Voglio sentire Prodi in persona dire
le stesse cose. Così come l’ho sentito l’altra sera in tv dire che vuole abolire
lo scalone. Per farlo, però, deve andare prima in Consiglio dei ministri. E poi
venire in Parlamento».

Ora circola l’ipotesi di introdurre la modifica previdenziale nella
legge finanziaria...


«Non credo che il sindacato sia d’accordo. Comunque, l’abolizione dello scalone
costa. E questi mancati risparmi devono avere coperture sicure; che non possono
essere certo i proventi della lotta all’evasione o la riduzione dei cellulari
della pubblica amministrazione. Ma questo è compito delle Commissione Bilancio e
della Presidente della Repubblica. E se l’accordo per l’abolizione dello scalone
non sarà soddisfacente, lo emenderemo per ripristinare l’aumento dell’età
pensionabile. Una cosa è certa...».

Cosa?

«Che se il governo ricorre al voto di fiducia sulle pensioni, su un
provvedimento non condivisibile, non la voteremo e non parteciperemo al voto.
Sarebbe un insulto a tutti quei senatori della maggioranza che dissentono
dall’eliminazione di questa riforma strutturale».

Scusi, presidente, ma perché parla al plurale? Si riferisce ai suoi
colleghi che hanno firmato con lei una lettera contro l’abolizione dello
scalone?


«No, in Senato il numero dei parlamentari della maggioranza contrari
all’eliminazione dello scalone è più ampio, saremo una decina con idee
liberaldemocratiche. E non possiamo lasciarci insultare con la richiesta di un
voto di fiducia sulla finanziaria. Non possono tapparci la bocca. Su questo sono
inamovibile, e con me altri».

Ma a Palazzo Madama si può formare un gruppo parlamentare con dieci
iscritti... State pensando di fare un gruppo a parte? Ad uscire dall’Ulivo
?

«Sono in tanti che mi stanno chiedendo di avviare un’iniziativa di questo tipo.
Non mi interessa, io faccio parte della maggioranza. Eppoi, noi saremmo sempre
pronti a votare la fiducia a Prodi ogni volta che la chiederà; ma non su
qualsiasi provvedimento che elimini lo scalone, senza sostituirlo con altri
risparmi da ricercare all’interno del comparto “previdenza“. Vede, il ministro
Pecoraro Scanio dice: Dini sta consegnando il Paese in mano a Berlusconi. Gli
rispondo: non voglio, e farò qualunque cosa per impedirlo, che Prodi consegni
l’Italia in mano alla sinistra antagonista...».

Voleva dire, ai Centri sociali?

«Non sono la stessa cosa».

Un banco di prova lo avrete fra poco, quando a Palazzo Madama arriva il
decreto sull’utilizzo del tesoretto...


«Un grave errore prevedere l’aumento della spesa. Per carità, giustissimo
aumentare le pensioni minime: anche perché il costo è sostenibilissimo. Ma
questo governo non fa che far crescere la spesa poi rincorsa da maggiori
entrate. Credo che farebbe male il ministro dell’Economia a sottovalutare i
richiami che arrivano dalla Bce, dal Fondo monetario e Commissione europea al
Dpef: viene rallentata la riduzione del deficit e non c’è alcun riferimento alle
riforme strutturali».

Come quelle sulle pensioni, magari...

«Vede, se viene eliminato lo scalone aumentano i costi del sistema
previdenziale, che già assorbono il 15,5% del pil. Conservare lo scalone e
aggiornare i coefficienti è l’unica soluzione possibile per frenare la spesa.
Possono esistere anche soluzioni alternative; per esempio, come quella di
aumentare l’età pensionistica delle donne. Comunque, nella maggioranza, ed anche
nel governo, si sta allargando l’idea che sarebbe un errore l’eliminazione dello
scalone. Lo dicono Rutelli, lo dice Franceschini, ed anche il presidente del
Senato, Marini...».

Insomma, tutta la Margherita...

«Non è vero. Su queste posizioni di ragionevolezza per il futuro dei più
giovani, sulla sostenibilità della spesa previdenziale, c’è anche Piero Fassino
e Massimo D’alema. Anche lui è contrario all’eliminazione dello scalone. E lo ha
detto pubblicamente».


07-07-2007 - di Fabrizio Ravoni - ilgiornale.it

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