L´Operaio Italiano: una monografia di grande valore

Presentiamo la monografia, patrocinata dalla Regione Lombardia, dedicata al periodico sindacale in lingua italiana dei Liberi Sindacati Tedeschi L’Operaio Italiano (Amburgo, 1898-1914).
Il giornale era destinato agli immigrati italiani operanti nell’area di lingua e cultura tedesca.



Con le celebrazioni del Cinquantenario dell’Anwerbevertrag (1955-2005) si è
constatato in più sedi e occasioni l’importanza e la necessità di rimarcare la
storia dell’antica presenza italica e italiana nell’area di lingua e cultura
tedesca. I luoghi deputati a tale attività formativa / informativa risultano
le scuole (primarie e secondarie), le università e le associazioni culturali
sia italiane che autoctone. Come iniziative e progetti legati alle
programmazioni degli assessorati alla cultura locali e alle istituzioni
italiane operanti in Germania. Diversi progetti hanno sottolineato la
necessità di “riscoprire” la nostra storia: mostre, CD-rom, iniziative che
hanno coinvolto studenti e scolari di origine italiana e non. La monografia de
L’Operaio Italiano, periodico in lingua italiana dei Liberi Sindacati tedeschi
(1898-1914), è tra i maggiori ricuperi storico-culturali degli ultimi decenni.
L’opera è stata curata dallo storico Luigi Rossi, rodigino residente a Bochum,
autore di rilevanti ricerche sulla presenza italica e italiana nell’area di
lingua e cultura tedesca.

L’Operaio Italiano ci aiuta a far luce sugli sforzi diretti all‘organizzazione
delle masse e delle tensioni degli emigranti italiani. Il periodico dei Liberi
Sindacati tedeschi sarà, per più di quindici anni (1898 – 1914), un punto di
riferimento per gran parte degli immigrati italiani nell‘area di lingua e
cultura tedesca. Esso offrirà una continua e incessante azione didascalica,
impegnandosi su temi e realtà che, tra il proletariato di fine Ottocento-primo
Novecento, mietevano migliaia di vittime. Mentre le polemiche avviate, sia
verso i rappresentanti di quelle forze politiche ed economiche che dall‘emigrazione
traevano i maggiori profitti, che verso forze sociali tendenti a controllare e
contenere le tensioni che l‘emigrazione porta con sé, non saranno mai fini a
sé stesse o sterili. Lo studio è basato sui numeri disponibili de L‘Operaio
Italiano, considerato «pubblicazione molto pericolosa».

La ricchezza de L‘Operaio Italiano è nella sua lunga testimonianza e impegno a
favore degli immigrati italiani, per la costituzione d‘una forte unità operaia
e un‘integrazione da compiersi sul posto di lavoro. Una chiave che ci permette
di conoscere l‘emigrazione non solamente come fenomeno di natura
socio-economica, ma fenomeno socioeconomico che cambia modi di vita, anche
secolari. Che trasferisce e rimodella culture, anche millenarie. Che ci
riporta a contatto con popolazioni sradicate e, grazie alle relazioni
invernali dai luoghi di propaganda, mettiamo piede nei siti di partenza.
Conosciamo paesi e borghi, cittadine e città. Piazze, circoli, Case del
Popolo. Persino chi, nei luoghi d‘origine, cerca d‘arginare e contrastare
informazione e propaganda. L‘Operaio Italiano testimonia che, grazie all‘emigrazione
italiana, non solo quella diretta nell‘area tedesca, il Paese entrò in
«contatto con la moderna civiltà industriale, con una società nuova e pervasa
da fermenti libertari, con una più moderna e consapevole visione dell‘uomo
come individuo capace di prendere atto dei propri diritti sia di singolo
cittadino, sia di parte concreta e cogitante di una più ampia collettività».
Salta agli occhi, immediato, il rimando al sindacalismo e all’impegno civile
negli Stati Uniti e nel Sud America e alla denuncia di sfruttamento di
minatori, braccianti, operai e operaie. A personaggi come Joe Ettor, Arturo
Giovannitti, Efrem Bartoletti (solo per fare qualche nome). Alle riviste e
pubblicazioni che fioriscono in quegli anni Oltreoceano

La monografia L’Operaio Italiano (1898-1914), la cui introduzione storica,
curata da Marco Pezzoni, approfondisce in modo esemplare personaggi e
movimenti politici e sociali dell’epoca, focalizza la plurisecolare presenza
lombarda nell’area di lingua e cultura tedesca. Tra le città e aree lombarde
toccate a più riprese dagli inviati e propagandisti del periodico, troviamo:
Varese (e provincia, 1912); Como (e provincia, 1912); Brescia (e provincia,
1912); Bergamo (e provincia, 1912); la Valtellina (1912); Lecco (e provincia,
1913); Brescia (e provincia, 1913); Val Camonica (1913); il gallaratese
(1913); il varesotto (1913); una lunga relazione dall‘Ufficio Emigrazione di
Bergamo (1913) e una relazione riassuntiva delle campagne per il 1914. I
centri minori e maggiori delle province visitate sono centinaia. Grazie a
queste relazioni abbiamo, forse per la prima volta, la possibilità di dare uno
sguardo a strutture sociali ed economiche all’origine del fenomeno
dell’emigrazione lombarda di massa nell’area tedesca nel primo Novecento.

Il periodico L’Operaio Italiano è anche una fonte documentaria di grande
interesse per altre aree geografiche italiane (Piemonte, Veneto, Friuli,
Emilia-Romagna, Liguria, Marche...). Rilevante è la denuncia dei padroncini e
fornaciai friulani. La prima parte della monografia tocca i seguenti aspetti:
Il fenomeno de L‘Operaio Italiano; Immigrati italiani nei Liberi Sindacati
tedeschi tra 1898 e 1914; Contenuti, messaggi e rubriche; Il linguaggio de
L‘Operaio Italiano; L‘Operaio Italiano e l‘altra stampa d‘emigrazione;
L‘Operaio Italiano e i suoi lettori; Rapporti tra L‘Operaio Italiano e la
stampa italiana d‘emigrazione nell‘area di lingua e cultura tedesca; Immigrati
italiani nell‘area tedesca (fine 1800 -1914); Il problema degli alloggi;
Italiani, immigrati e criminalità; L‘inferno dei lavoratori; Il buon cuore di
padron Krupp; Campagna contro l‘alcolismo; Interventi per l‘istruzione e
contro l‘analfabetismo; Il pacifismo.

Nella seconda parte vengono riportate le relazioni apparse su L‘Operaio
Italiano relative alle campagne di propaganda e informazione tenute nei mesi
invernali in molti paesi e città lombarde (e non solo).



Grande sorpresa destano informazioni storiche e culturali, offerte da
conferenze, articoli o prodotti come l’ultimo CD-rom bilingue
didattico-informativo a cura dei Comites di Dortmund e Colonia, che rimandano
alla presenza “lombarda” nel periodo medievale e a personaggi che appartengono
alla storia europea, come i bergamaschi Tasso, la dinastia comasca dei
Brentano, quella valtellinese dei Grillo, l’opera dell’artigiano - stuccatore
varesino G. A. Bossi (solo per riportare alcuni nomi). Ciò sollecita la
creazione di “occasioni” che possano mettere in rilievo questa antica
“coabitazione” di carattere sociale, economico e culturale, in modo da
interessare i media e coinvolgere maggiormente la cittadinanza tedesca,
riunendo quei cittadini d’origine lombarda che risiedono nell’area
dell’evento.



La monografia dedicata a L’Operaio Italiano è il primo frutto del progetto
“Lombardia – Germania nel corso dei secoli ” avviato dall’Associazione
Mantovani nel Mondo. Altri ne potrebbero seguire, riservando particolari
sorprese sulla ricca e antica presenza lombarda nell’area di lingua e cultura
tedesca. Un invito alla creazione di “occasioni” che possano mettere in
rilievo una plurisecolare “coabitazione” di carattere sociale, economico e
culturale che ha plasmato dinastie del calibro dei bergamaschi Tasso, dei
comaschi Brentano, dei valtellinesi Grillo e infiniti personaggi attivi nei
settori dell’arte, della politica, commercio e artigianato.


Fonte: lombardi nel mondo - 06.07.2007 - italianosdargentina.com

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