Droga ai minori in cambio di sesso

Lo avevano ribattezzato con un diminutivo: “Sergino”. Lui che invece era robusto, irruente, focoso. «Tutti nel quartiere sapevano il suo nome» sottolinea il dirigente della Questura Gian Maria Sertorio. Perché il cinquantenne, napoletano e disabile, faceva di tutto per farsi conoscere. Non aveva mai cercato un lavoro. E trascorreva le sue giornate tra la gente, ai giardinetti, adescando teenagers. La sua pensione di invalidità era poi più che sufficiente per rifornirsi di droga. Tanta droga, che offriva ad una ventina di giovanissimi, fra i 13 ed i 18 anni. Con un unico obiettivo: abusare di loro, il più possibile, ad ogni ora. Ed il suo angusto bilocale era diventato un inferno. In una stanza il fumo. Nell’altra i giochi sessuali con i ragazzini, frastornati dagli stupefacenti.

E’ un quadro raggelante quello emerso dalle indagini della Polizia torinese. Oltre otto mesi di ricerche, appostamenti, intercettazioni. E di particolari sempre più agghiaccianti che riempiono il faldone investigativo, fino all’arresto di venerdì.

Quando gli agenti fanno irruzione nell’appartamento del pedofilo, con lui ci sono anche 12 ragazzini, solo alcuni dei teenager che frequenta. Uno di loro in tasca ha anche 20 grammi di hashish, oltre sessanta dosi, che probabilmente aveva appena ricevuto dall’uomo: è l’ultima delle schiaccianti prove che, auspicabilmente, potranno tenere il cinquantenne per molto tempo dietro le sbarre. Poi ci sono le confessioni, da brividi, dei ragazzini. Accettavano stupefacenti e soldi in cambio dei favori sessuali. Alcuni di essi sono extracomunitari ed hanno precedenti per spaccio, altri sono giovani come tanti. Tutti caduti nella rete depravata del “mostro” e tutti avvicinati con la stessa modalità. «Il disabile, costretto su una sedia a rotelle dalla poliomielite, li conosceva al parco giochi della zona San Paolo - ricostruisce Sertorio - ed usava una scusa.

Chiedeva ai ragazzi se potevano dargli una mano, visto che in carrozzina non riusciva a svolgere le faccende domestiche». Una volta attirati nella sua modesta abitazione, iniziava l’incubo. Una storia maledetta che durava da almeno sei mesi.


ELVIO CHILELLI - 15.07.07 - lapadania.com

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