Pensioni: si continua a trattare

Si continua a trattare, in sede tecnica e politica, per trovare un'alternativa allo 'scalone' e sciogliere i nodi relativi alle compatibilità finanziarie a copertura degli 'scalini' o delle quote (somma dell'età anagrafica e degli anni di contributi versati). Le parti sono consapevoli che ormai si sta giungendo alla stretta finale. E quella prossima si annuncia come una settimana decisiva per chiudere la partita sulle pensioni.

Il premier Romano Prodi ha detto che la "copertura finanziaria" sarà il suo "punto di partenza", il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, ha avvertito che "chi lavora contro l'accordo pagherà il conto alla gente".

Cifre e ipotesi per superare lo 'scalone', il meccanismo introdotto dalla riforma Maroni che entrerà in vigore il primo gennaio prossimo portando l'età per le pensioni di anzianita' da 57 a 60 anni, sono state al centro della riunione di ieri mattina tra il ministro del Lavoro, Cesare Damiano, e i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil.

Sul tavolo restano due ipotesi: 'scalino' a 58 anni a partire dal primo gennaio 2008 con passaggio a quota '95' dopo due anni e quota '96' dopo un ulteriore biennio; oppure direttamente quota '95' a partire dal prossimo anno, aumentandola progressivamente ogni due anni fino a raggiungere al massimo quota '97'. Per chi svolge attività usuranti sarebbe comunque garantito il diritto a uscire dal lavoro a 57 anni.

Il Governo potrebbe mettere sul tavolo una proposta di revisione dei coefficienti che tenga conto di nuovi parametri di calcolo: effettiva crescita dell'economia, flussi migratori, allungamento delle aspettative di vita e crescita del lavoro flessibile.

Intanto, l'ufficio studi della Cgia, l'associazione degli artigiani e delle piccole imprese, ha rivelato che tra il 1995 e il 2005 le pensioni sono aumentate di oltre un milione e 800 mila unità con una crescita dell'8,5% e arrivando a 23.257.480. In Umbria e Liguria ormai ci sono quasi 50 pensioni ogni 100 abitanti.

15.07.07 - rainews24.it

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