Guidano ubriachi tredici padovani su cento

L'uomo protesta in silenzio per essere stato fermato in via dei Colli ad Abano mentre al suo fianco c'è una donna che ci si può scommettere tutto lo stipendio non sia sua moglie. No, grazie, niente flash. Ho una reputazione da difendere.
Un soffio al cuore. Ma c'è pure il ragazzo con il gel, la maglietta attillata nera, le scarpe di cuoio con la fibbia che luccica, i jeans Diesel opportunamente stracciati e sotto il sedere una Bmw che sembra un proiettile. Il giovane si adegua svogliatamente al controllo dei carabinieri di Cittadella, fermi lungo la statale Valsugana, a San Giorgio in Bosco. Soffia, mentre il cuore batte forte. Bravo suo papà a dormire sereno. E c'è anche un fidanzato che per evitare il controllo si ferma a far benzina proprio al distributore dove c'è la pattuglia. Ma viene tradito dal nervosismo e riparte senza rimettere il tappo al serbatoio. I carabinieri gli chiedono il conto, ma l'alcol non c'entra. Stavolta la morosa non lo mollerà. E ci sono anche gli amici che giurano ai militari di essere stati ad uno spettacolo di mangiafuochi. Se l'alito puzza è colpa della benzina, non dell'alcol. Buona la prima: il marchingegno segna solo 0,28 g/l (il limite per legge è 0,5).
Bionde e t-shirt. Ma c'è anche il giovane, scarpe da tennis, t-shirt nera, che scende da un'Opel scassata color mattone in via Venezuela (vicino a Villa Barbieri): al suo fianco due bionde da stringergli la mano. E c'è anche una mora, top rosso che lascia scoperta la schiena, jeans e sandali con il tacco, che torna sola alle 4 di mattina dalla discoteca e che non sa ancora bene chi dà e chi si deve prendere la precedenza quando si affronta una delle rotonde «alla francese» di via dei Colli ad Abano. Il suo destino, l'altra notte, si è incrociato con quello di un fanghino albanese di 50 anni. Un fuori programma a duecento metri dal posto di controllo. Lui stava andando a lavorare. Con il muso della sua Mercedes ha colpito la parte posteriore della Peugeot della giovane. Probabilmente ha ragione lui. Peccato che la sua patente, rilasciata nel 1994, non fosse mai stata rinnovata. Lei ha pianto al telefono, confortata dalla mamma, in attesa di papà.
Fino all'ultimo respiro. L'Arma l'altra notte è andata a caccia di kamikaze a modo suo: in maniera formale e burocraticamente complessa. Traduzione: un'attività lenta e inesorabile. A volte incomprensibile ai non addetti. Con posti di controllo in tutta la provincia: Padova, Piove di Sacco, Este, Cittadella, Abano. Dall'una alle sei sono stati controllati centinaia di veicoli. Sessanta le persone invitate a soffiare nell'etilometro. Otto le patenti ritirate: quattro a Piove (un ventenne con meno di 0,8 g/l, due trentenni con meno di 1,5 g/l, e un cinquantenne con più di 2 g/l). Una a Padova (un ventenne). Tre ad Abano (tra cui un ventiquattrenne di Torreglia con 0,98, un quarantenne di Saccolongo, 1,67). Ma sono state elevate anche decine di multe per infrazioni accessorie (guida senza cinture o per l'uso di cellulari). E i punti delle patenti sono saltati come i tappi delle bottiglie, ore prima.

La strage continua. Gli otto «positivi» hanno anche rischiato di essere arrestati come prevede il nuovo codice della strada entrato in vigore i primi di agosto. Sicuramente pagheranno multe salatissime: da 500 a 6.000 euro a seconda del tasso alcolico. Due di loro (tra questi un cinquantenne di Piove di Sacco con un tasso superiore a 2 g/l) dovranno svolgere un'attività sociale gratuita e continuativa (da sei mesi a un anno) in una struttura sanitaria traumatologica pubblica. Così ha stabilito da poche settimane il legislatore. Basterà come deterrente? Quante croci ancora si dovranno piantare ai bordi delle strade prima di riuscire almeno a decimare il numero dei morti? L'unica cosa certa, per ora è che alle prime luci dell'alba di ieri un quindici per cento degli automobilisti è risultato positivo. Un campione certamente non rappresentativo. Perché la sensazione, stando in strada, è che gli avvinazzati al volante siano sempre tanti. Troppi. I bilanci settimanali della Polstrada sono ancora e sempre terrificanti: molti incidenti sono spesso legati alla guida sotto l'effetto di alcol o/e droga. L'ultima tragedia è dell'altra notte. Una donna di 32 anni, in provincia di Verona, con un tasso alcolico quattro volte superiore al consentito e tracce di cocaina nel sangue ha falciato due giovani vite: 22 e 25 anni. Avanti il prossimo.


20/08/07 - espresso.repubblica.it

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