«Rifiuti, Bassolino va processato»

NAPOLI — La Procura della Repubblica di Napoli ha chiesto il rinvio a giudizio del governatore della Campania Antonio Bassolino per reati che avrebbe commesso in qualità di commissario straordinario per l'emergenza rifiuti, incarico che il presidente della giunta regionale campana svolse tra il 2000 e il 2004.

È l'epilogo ampiamente previsto dell'inchiesta sulla gestione del ciclo dei rifiuti in Campania, che poco più di un mese fa aveva portato al sequestro disposto dal gip, di 750 milioni di euro nei confronti della Impregilo — la società affidataria dell'appalto — per la quale il giudice decise anche l'interdizione per un anno a trattare con amministrazioni pubbliche incarichi relativi alla gestione dei rifiuti. Ora gli ex vertici di Impregilo, Piergiorgio e Paolo Romiti, compaiono accanto a Bassolino e ad altri nomi, tra i quali quelli di ex funzionari del commissariato come Raffaele Vanoli e Giulio Facchi, che in passato furono rispettivamente vicecommissario e subcommissario, nella richiesta inviata al gip dai pm Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo, coordinati in questa indagine dal procuratore aggiunto Camillo Trapuzzano. Nell'elenco ci sono anche gli amministratori delegati di Fibe e Fisia, società collegate a Impregilo, Armando Cattaneo e Roberto Ferraris. Complessivamente le persone per le quali la Procura chiede il rinvio a giudizio sono ventotto, solo una in meno di quante ricevettero nel 2006 l'avviso di chiusura delle indagini.

In sostanza, quindi, gli investigatori hanno mantenuto pressoché intatta l'impostazione accusatoria. I magistrati sostengono che per l'inadeguatezza o la mancanza degli impianti, il ciclo dei rifiuti in Campania non avrebbe mai potuto funzionare così come era previsto nel contratto stipulato con la Impregilo, e che sia la società appaltatrice sia chi gestiva il commissariato era consapevole di questa realtà, ma avrebbe compiuto, ognuno per la propria parte, pesanti irregolarità per nascondere questa situazione. Ora per tutti il reato contestato è truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato e frode in pubbliche forniture. Ma al di fuori delle carte giudiziarie, pesa l'atto d'accusa che il procuratore Giovandomenico Lepore lancia nei confronti di Bassolino: «Se fosse intervenuto quando doveva farlo, l'emergenza rifiuti non sarebbe arrivata al punto in cui è ora».

E se il governatore affida la sua difesa a un comunicato in cui sostiene che «forte è la sproporzione tra gli addebiti che mi vengono rivolti e la mancanza non solo di prove, ma anche di qualunque serio indizio», chiedendosi «per quale ragione, per quale vantaggio avrei dovuto favorire l'affidataria di una gara che per di più è stata progettata, bandita e assegnata prima che diventassi presidente della Regione?», e aggiungendo che «dal punto di vista politico dalla vicenda rifiuti ho tratto solo svantaggi», è proprio la politica che si scatena, in attesa che il gip, non prima dell'autunno, decida se mandare o meno Bassolino e gli altri sotto processo.

Alla prevedibile cascata di attacchi provenienti dal centrodestra, con la Lega che vuole il commissariamento della Regione Campania, An che propone la costituzione della Regione come parte civile se si arriverà al processo e Forza Italia che chiede a Bassolino di dimettersi, fa da contraltare l'altrettanto prevedibile solidarietà del sindaco di Napoli Iervolino («Sono profondamente convinta della sua onestà»), di Fassino («L'accertamento dei fatti dimostrerà l'assoluta correttezza delle sue scelte»), e di Veltroni («Sono certo che saprà dimostrare la correttezza dei suoi comportamenti »). Ma allargando lo sguardo al centrosinistra oltre le figure istituzionali o i ds, si trova anche chi non se la sente di esporsi troppo per il governatore. Come il senatore della Margherita Antonio Polito («Conosco Bassolino come persona onesta e rispettosa della legge. Mi auguro che l'inchiesta che lo riguarda confermi questo mio convincimento »), o come il capogruppo di Rifondazione alla Camera, Gennaro Migliore, che esprime «piena fiducia nella magistratura» e «l' auspicio che nei tempi più rapidi Bassolino possa dimostrarsi totalmente estraneo ai fatti». Ma proprio nel Prc c'è chi è molto più duro. Francesco Caruso, per esempio, che non usa mezzi termini: «La giunta Bassolino fa parte del problema dei rifiuti, non della sua soluzione. Quindi, rinvio o non rinvio a giudizio, il governatore a questo punto farebbe bene a dimettersi».

Fulvio Bufi - 01 agosto 2007 - corriere.it

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