Veltroni apre ai «parchi dell’amore»

Prostituzione, ora Veltroni apre ai «parchi dell’amore»


«Uno dei temi oggetto di grande attenzione, assieme a quello dei nomadi e della criminalità diffusa». La maxi-retata di anti-«lucciole» di martedì sulla Salaria e su viale Palmiro Togliatti) - e il dibattito che ne è scaturito - ha catapultato l’emergenza prostituzione nell’agenda del nuovo prefetto capitolino, Carlo Mosca. «Sotto il profilo del degrado urbano - ha spiegato ieri il successore di Achille Serra, insediatosi lunedì, al termine del comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica - bisogna fare qualcosa per evitare che ci sia sfruttamento. Sul fatto che bisogna ripristinare un ambiente della città che sia non solo sicuro ma anche più civile, penso che si possa essere d’accordo». Una dichiarazione, quest’ultima, arrivata in risposta a una domanda dei cronisti sui «parchi del sesso»: la proposta avanzata nei giorni scorsi dal segretario romano del Prc, Massimiliano Smeriglio.

Per il sindaco Veltroni la miglior medicina è l’attesa: «Dobbiamo aspettare - commenta il primo cittadino - di vedere quali sono le misure che intende prendere il Governo, ma quello che è chiaro è che la prostituzione per strada non è accettabile. Mi auguro che ci possa essere una normativa in primo luogo a difesa delle donne, che possa evitare che ci sia la prostituzione per strada che poi si struttura in racket. Le forme alternative (come i «parchi dell’amore», ndr) sono tutte idee in campo». Quindi la presa d’atto: «Oggi l’unico intervento è la dissuasione. Altri non ce ne sono». «Veltroni afferma che è inaccettabile la prostituzione su strada - ribatte duramente il segretario di Azione Sociale, Alessandra Mussolini -. Bene, ci dica quali provvedimenti ha preso a Roma per eliminarla? La demagogia non lo porterà lontano». E lo stesso Smeriglio, accogliendo favorevolmente le aperture sui «parchi» da parte del sindaco e del consigliere azzurro, Davide Bordoni, definisce «inutili e dannosi i blitz delle ultime ore».

Ma sulle «zone franche» alla olandese i pareri sono discordi. «Scettico» il commissario romano di Fi, Francesco Giro, secondo cui «il problema della prostituzione e dello sfruttamento va affrontato in modo serio, e il progetto ’Roxannè del Comune di Roma mi sembra valido». Per il presidente della federazione romana di An, Gianni Alemanno, l’idea dei «parchi del sesso» «non mi sembra molto di buon gusto. La prostituzione va vietata e va creato il reato per il contrasto della prostituzione in strada. Non si vede perché fare i parchi imitando brutti esempi del nord Europa». Favorevole invece alla creazione «di zone attrezzate lontane da ogni centro abitato» il portavoce romano de «La Destra», Fabio Sabbatani Schiuma. «È una soluzione che propongo da tempo - aggiunge Schiuma - e che l’estate scorsa ipotizzò lo stesso ex prefetto Serra».


Anche il «Codici», infine, auspica «l’apertura di un dibattito tra le forze politiche per una regolamentazione di questa attività». Quindi l’associazione critica la linea del Campidoglio: «Inutile il dispendio ulteriore di fondi pubblici, con sedicenti telecamere per monitorare il traffico e la viabilità. Inutili le case in Romania per le ragazzine che presto ritroveranno la via per la Città Eterna. Inutili gli ipotizzati finanziamenti extra per pagare gli straordinari alla Municipale». «Sbaglia chi dice che abbiamo creato il “Grande fratello” del Comune - replica l’assessore capitolino alla Sicurezza, Jean Leonard Touadi -. È un dibattito che trae conclusioni da premesse che non abbiamo mai posto». Le telecamere, per Touadi, servirebbero solo a «far rispettare il codice della strada sui siti dove si svolge la prostituzione nel rispetto degli ordini dell’autorità della privacy». Una banale questione di viabilità, insomma. A stanare le «lucciole» e i loro clienti, il Campidoglio non ci avrebbe proprio mai pensato.


06/09/07 - ilgiornale.it

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