Abusò di sua figlia per 5 anni, condannato

Roma, 26 novembre 2006- Ha abusato di sua figlia per cinque anni. L'incubo per Beatrice è iniziato quando aveva 11 anni, solo a 16 arriva il coraggio di parlare: per confidare alla sua amica del cuore gli abusi sessuali cui il padre l'aveva costretta, la ragazza fa riferimento al testo di una canzone nella quale si parla di una ragazza violentata. Oggi, l'uomo, un peruviano di 57 anni, è stato condannato a nove anni di reclusione dalla nona sezione del tribunale penale di Roma, presieduta da Roberto Mendoza.

IL FATTO - Violenza sessuale aggravata e' l'accusa per la quale E.A.V. si e' trovato a rispondere davanti ai giudici, perché accusato di avere abusato delle condizioni di inferiorità fisica o psichica della figlia Beatrice, costringendola a subire rapporti sessuali completi dal 1999, ovvero quando la vittima aveva solo undici anni, e, secondo l'accusa, fino all'aprile del 2004. Accolte, quindi, le argomentazioni della pubblica accusa, rappresentata dal pm Roberto Staffa, che aveva chiesto la condanna dell'uomo a dieci anni di reclusione.

LA VIOLENZA - Quasi cinque anni di violenze, consumate in una villa dell'Olgiata dove i genitori della vittima lavoravano, ma anche nella casa di famiglia e nell'autovettura del padre. Violenze che sono rimaste nascoste per le difficoltà di Beatrice a esternarle a causa del senso di vergogna provato, ma anche per un carattere timido e introverso. La ragazza, inoltre, per ben due volte era scappata da casa; in una occasione, poi, aveva manifestato la volonta' di togliersi la vita.

IL CORAGGIO - Tutto cio', fino alla decisione di confidarsi con l'amica del cuore, facendosi promettere che non avrebbe riferito nulla a nessuno. Stessa promessa, poi, pretesa dal fidanzato. Il passo successivo fu la denuncia


26 novembre 2007 - edazione.romaone.it

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