Psichiatria: Suicidi Giovanili

Lombardia 'Maglia Nera' In Italia


Milano, 26 nov. (Adnkronos Salute) - In 7 casi su 10 soffrono di un disagio psichico spesso incompreso, e in uno su 5 fanno uso di cannabis o cocaina. Ma molte volte le loro vite si spezzano senza una ragione apparente, fulmini a ciel sereno che finiscono 'archiviati' tra i misteri della cronaca nera italiana. Il suicidio giovanile è un dramma in crescita e la Lombardia detiene il triste primato nazionale del maggior numero di ragazzi fra gli 11 e i 24 anni che decidono di farla finita, con punte massime intorno ai 16 anni. E in regione a indossare la 'maglia nera' è proprio l'area di Milano e provincia, dove i casi arrivano a 1.000-1.500 ogni anno. Un gesto estremo che, quando fallisce e non viene gestito al meglio, viene ripetuto nel 50% dei casi entro i primi due anni. A ricordare i numeri dell'emergenza, oggi a Milano, è Claudio Mencacci, direttore del Dipartimento di Psichiatria dell'ospedale Fatebenefratelli cittadino.


Un anno fa l'azienda meneghina, unica in Italia e prima nella Comunità europea, ha infatti attivato un servizio sperimentale integrato per il 'Trattamento acuto di soggetti adolescenti con tentato suicidio': un'alleanza fra diverse strutture dell'ospedale (Psichiatria, Pediatria, Medicina d'urgenza-Pronto soccorso) e i terapeuti del Crisis Center dell'Amico Charly Onlus, associazione attiva da anni nel sostegno ai giovani e alle famiglie colpite. "Il progetto pilota - sottolinea Mariagrazia Zaniboni, presidente dell'Onlus - ha lanciato un modello esportabile, ora in fase di avvio anche a Venezia e in Sicilia". E a Milano, ha permesso in questi mesi la presa in carico di 16 giovani 13-21enni, 8 maschi e 8 femmine, per il 31% stranieri: "Il 24% non mostrava alcun disturbo psicologico - dice Mencacci - Sei avevano già tentato il suicidio, ma solo tre erano entrati in contatto con psichiatri o psicologi. Undici sono stati inviati ad Amico Charly per un programma di supporto ad hoc, mentre 5 sono stati indirizzati a esperti o a strutture pubbliche".


Il percorso attivato dal Fatebenefratelli di Milano parte dal Pronto soccorso. "Il primo passo - evidenzia Mencacci - è quello di riconoscere la gravità del gesto non appena il ragazzo che ha tentato il suicidio arriva in ospedale, perché in molte strutture questi casi vengono sottovalutati". Il comportamento dei pazienti viene cioè 'etichettato' come un gesto dimostrativo, la voglia di attirare l'attenzione di amici e familiari. Nella Pediatria del centro meneghino, invece, ci sono due letti dedicati per tenere in osservazione il ragazzo. Quindi "vengono attivate le cure mediche e psicologiche più opportune - continua lo psichiatra - Si aiuta il giovane a prendere atto del proprio gesto e poi si prende in carico l'intero nucleo familiare". Il 44% dei ragazzi assistiti dal nuovo servizio, infatti, aveva una cosiddetta familiarità psichiatrica positiva (problemi psicotici in famiglia), e sempre il 44% aveva genitori separati o divorziati. Il 19% consumava cannabis o coca, e nel 75% di casi all'origine c'era un disagio di vario genere: disturbi di personalità (24%), ansioso-depressivi (12%), psicotici (6%) o disturbi depressivi e della personalità associati (34%). E proprio alla luce di questi dati, "tutti i ragazzi che sono giunti in Pronto soccorso dopo un tentativo di suicidio sono stati inviati a specialisti della salute mentale per proseguire il trattamento", ribadisce Mencacci.


Apprezzamento per la partnership Fatebenefratelli-L'Amico Charly arriva anche dall'assessore lombardo alla Sanità, Luciano Bresciani. "La Lombardia - conferma - è una delle aree europee a maggior rischio di tentato suicidio fra i giovani. Da qui la necessità di prevenzione e l'impegno della Regione Lombardia, che per questo progetto ha stanziato 450 mila euro in tre anni".


26 novembre 2007 - it.notizie.yahoo.com

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