Baby-cubiste ed infanzia negata

Cari Italians, l’infanzia negata è una vecchia categoria sociologica: i bambini costretti a lavorare in alcuni Paesi del mondo dove manca il rispetto per l’innocenza (e la povertà non offre alternative); ma anche i fanciulli che vivono nelle regioni in guerra costretti spesso a imbracciare il fucile. Ma oggi – ed è una riflessione amara in coincidenza con la giornata mondiale dell’infanzia (celebrata ieri) – si aggiunge un’altra tipologia di minorenni condannati all’infelicità. Sono le ragazzine e i ragazzini che (a 12-14 anni) svendono la loro età, mutuando quanto di peggio c’è nel mondo dei fratelli più grandi: discoteche con la musica a palla, relazioni sessuali occasionali (qualche volta a pagamento), canne e sniffate, uso e abuso di alcol. È stato il ministro dell’Interno Amato a denunciare uno spicchio di questo fenomeno: le adolescenti costrette a prostituirsi per pagare i debiti di gioco, loro o dei loro amichetti. La punta dell’iceberg. Il sabato pomeriggio le discoteche sono affollate di ragazzine che arrivano vestite da adolescenti e nelle toilettes si trasformano in adulte, con minigonne, top semitrasparenti e trucco più o meno vistoso, per occupare i cubi e sedurre i loro coetanei. Le famiglie tradizionali si sono sfaldate, i controlli pure, e i modelli che la televisione (cioè noi adulti) proponiamo ai nostri figli (ancora piccoli) sono le veline e i calciatori. I baby-operai possono sperare che i loro figli avranno una vita migliore. Per i figli delle baby-cubiste l’infanzia rischia di essere definitivamente cancellata.

Riccardo Mancini, rick-74@libero.it - 27/11/07 - corriere.it

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Basta guerre nel mondo!