Chiusura delle discoteche

Franceschini (Silb): "Atteggiamento sferiffesco"


“Non chiediamo clemenza, tantomeno deroghe interpretative della normativa sul divieto di vendita di alcolici nei locali di intrattenimento dopo le ore due della notte; ma semplicemente che le nostre ragioni e le nostre preoccupazioni vengano ascoltate”.
In questa maniera rompe il silenzio Fulvio Franceschini, presidente Silb, Sindacato provinciale dei locali da ballo dell’Ascom, rispetto alla retata della Polizia che ha visto ispezionati molti locali notturni nella serata di Halloween con l’emanazione dei conseguenti verbali di chiusura forzata per quattro locali.

“In questa situazione di confusione – prosegue Franceschini – non si deve parlare di ‘irresponsabilità dei gestori’, quanto di irresponsabilità di chi siede nel nostro Parlamento, visto che in maniera subdola e discutibile si è provveduto a votare una norma che di fatto, così com’è scritta, condanna alla chiusura migliaia di imprenditori che dell’intrattenimento notturno hanno fatto una scelta imprenditoriale, sostenendo investimenti e creando un interessante bacino occupazionale per centinaia di giovani.

Il paradosso che si è prodotto è che mentre il dibattito parlamentare discute sul ritiro della normativa, che pare sia passata per distrazione e con scarso approfondimento da parte di chi dovrebbe conoscere e governare i processi, a Viterbo (unico caso in Italia, informazione certificata dal Silb nazionale, che associa la quasi totalità delle strutture d’intrattenimento in Italia) si assume un atteggiamento ‘sceriffesco’ che certo non fa bene al settore, tantomeno è foriero di soluzioni al problema dell’alcolismo dilagante.

Continuiamo, infatti, a registrare avventori che fanno uso ed abuso di alcol, prima e dopo l’ingresso in discoteca, ed osserviamo come dall’entrata in vigore della normativa che ci impone di sospendere la somministrazione di alcolici dalle due di notte, si stiano affermando fenomeni di ‘movida’ verso i bar limitrofi i quali, paradossalmente, possono continuare a vendere alcolici o peggio al dilagare di improvvisati ‘bar’ abusivi all’interno dei portabagagli delle auto parcheggiate fuori dei nostri locali.

La piaga è sociale e non è un fenomeno che può essere combattuto spingendo i nostri locali ad una chiusura forzata, per questo stiamo chiedendo a gran voce un incontro col Prefetto, al fine di veicolargli il nostro punto di vista e i nostri problemi.

Speriamo che presto i nostri appelli vengano ascoltati, perché oggi ci sentiamo vittime di un pressappochismo dilagante che scaglia i propri dardi contro una categoria che sempre è stata in prima fila nella collaborazione con tutti i Governi che si sono succeduti, per la sensibilizzazione dei giovani nei riguardi dei danni che può provocare l’alcol.”


07/11/07 - tusciaweb.it

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