Violentatore uccise donna su A1

Stuprava le vittime tra Roma e Napoli


E' un violentatore seriale Sabatino D'Alfonso, l'uomo che uccise Maria Scarfò, morta ammazzata nel dicembre del 2000 sulla A1, tra Roma e Napoli. L'uomo è ritenuto autore di ben quattro episodi che si sono ripetuti nel tempo sempre uguali, tra cui quello in cui vittima è rimasta la Scarfò. D'Alfonso, con la minaccia di una pistola, costringeva le vittime a salire a bordo delle proprie auto e le violentava.

Il primo fatto accertato risale al 12 novembre del 1999 quando Sabatino D'Alfonso sequestrò a Latina una giovane donna e abusò di lei portandola sempre in direzione di Napoli. Per questo fatto l'uomo finì prima in prigione e poi agli arresti domiciliari (dall'aprile del 2000 al febbraio del 2001) nell'abitazione della sorella proprio nella zona del Quadraro.

Il 22 dicembre del 2000, due ragazze furono sequestrate e stuprate durante un viaggio di andata e ritorno Roma-Napoli. Solo una settimana dopo avvenne l'omicidio di Maria Scarfo', sempre con le stesse modalita'. Ma la donna cerco' probabilmente di ribellarsi tanto che fu trovato il tacco dello stivale della vittima rotto ed escoriazioni sulle ginocchia. Ma per questi due ultimi episodi non fu trovato il responsabile.

D'Alfonso tornò in carcere dopo il febbraio del 2001 per evasione e piccoli reati commessi mentre era ai domiciliari. Ma l'estate scorsa, durante un permesso premio, fu protagonista di un nuovo episodio al Teatro Marcello quando sequestrò quattro ragazze, le porto con l'auto delle vittime verso Napoli, e cercò poi di abusare di loro, lasciandole poi andare forse perché non in grado di gestire la situazione. Gli agenti della squadra monile, però, riuscirono a risalire a lui e fu riconosciuto dalle vittime.

E' stata in questa occasione che anche le due vittime del dicembre del 2000 lo riconobbero grazie alle foto pubblicate sulla stampa e si presentarono alla polizia raccontando la loro storia. Gli agenti della squadra mobile, diretti dalla vice Giovanna Petrocca che in questi anni ha sempre seguito gli sviluppi investigativi, hanno intuito che poteva esserci un legame tra questi fatti, avvalorati poi dai moderni riscontri scientifici che hanno permesso di dare un nome al profilo genetico dell'assassino di Maria Scarfò ricavato dagli esperti della scientifica. Raggiunto dal nuovo ordine di custodia cautelare, emessa dal gip Paola Piccirillo del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, su richiesta del pubblico ministero Emilia Galante, D'Alfonso ha detto "non ricordo nulla".


10/12/2007 - tgfin.mediaset.it

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