Denunciato il conducente dell'auto killer

PIACENZA - Non è stato facile capire chi era alla guida dell'Audi A4 che ha provocato la strage. Fondamentale è stato il contributo dei soccorritori, che hanno fornito indicazioni utili per stabilire che al volante della macchina impazzita, che all'una e 40 di giovedì si è schiantata contro quella dei quattro ragazzi cremonesi morti sul colpo, c'era Ashim Tola, l'operaio albanese di 34 anni, residente a Piacenza, denunciato per guida in stato d'ebbrezza e per omicidio colposo plurimo.
Un paio di pantaloni tagliati durante i primi soccorsi costituiscono la prova fondamentale contro l'automobilista. Pantaloni tolti al ferito trovato al volante dell'Audi per praticare le cure d'urgenza sul luogo dello schianto, lungo la strada tra Monticelli e Castelvetro. Solo lui è stato caricato sull'ambulanza senza calzoni: visto che in una tasca c'era un portafogli con un documento, è stato possibile risalire al nome. La prova del nove l'hanno poi fornita gli stessi soccorritori, ai quali sarebbe stata mostrata una foto di Ashim: l'avrebbero riconosciuto come il paziente trovato al posto di guida.

Ieri mattina il comandante dei carabinieri di Monticelli, maresciallo Vincenzo De Luca, ha depositato gli atti relativi all'incidente stradale nell'ufficio del pubblico ministero Antonio Colonna. Atti che hanno permesso di formalizzare l'accusa e notificare l'avviso di garanzia al 34enne. Tra questi anche il risultato degli esami eseguiti per stabilire il tasso di alcol nel corpo dell'automobilista: era di 169 milligrammi per litro di sangue, ben al di sopra del limite consentito per legge di 0,5.

Era ubriaco anche Defrim Prenci, 27 anni, residente a Forlì, proprietario della vettura, venuto a visitare Ashim, e il cugino Gentian Tola, entrambi di Piacenza. Soltanto quest'ultimo è risultato sobrio. Rimangono tutti e tre ricoverati all'ospedale di Cremona e le condizioni di Defrim e di Gentian vengono giudicate disperate.

Poco prima che la loro auto, diretta verso Piacenza, invadesse la corsia opposta, si scontrasse con la Seat Leon della comitiva cremonese e uccidesse i quattro giovani occupanti, il trio era stato a un night di Castelvetro. L'addetto alla sicurezza non aveva permesso che entrassero perché apparivano ubriachi e perché uno di loro aveva avuto un comportamento particolarmente aggressivo. Non si sa dove fossero diretti. Forse a casa, ma non si può escludere che stessero ripiegando verso un night a San Pedretto: il bivio per la frazione di Monticelli si trova, del resto, proprio a poche centinaia di metri dal punto dello schianto.

Poco fondata sembra invece l'ipotesi che l'Audi degli albanesi viaggiasse a fari spenti. Lo avrebbero dichiarato le amiche dei quattro ragazzi morti, che erano su un'altra auto e seguivano la Seat. Ma sarà difficile accertare se le cose stavano veramente così. Le ragazze potrebbero aver avuto l'impressione che le luci non erano accese perché l'Audi ha sbandato e ha rivolto il muso verso i campi. D'altro canto, l'eventuale conferma di questa tesi non farebbe altro che aggiungere un nuovo dettaglio al quadro già gravissimo per l'automobilista indagato.

Paolo Marino - 30 giugno 2007 - fonte

Nessun commento:

Basta guerre nel mondo!