Lady Diana: il mistero si infittisce

Un assassinio che può essere paragonato a quello di John F. Kennedy. Lo sfoggio di meschinità della famiglia reale.

Continua l'inchiesta sulla tragica morte di Lady Diana: il mistero si infittisce. Secondo un tabloid inglese, il Daily Express, gli investigatori che stanno indagando sulla fine a Parigi della ex moglie di Carlo di Inghilterra non possono escludere che sia stata uccisa. L'inchiesta aperta nel gennaio del 2004 avrebbe un unico scopo: smontare tutte le teorie di un complotto ordito dai servizi segreti inglesi e con l'avvallo diretto della famiglia reale. A capo dell'indagine il superpoliziotto, Sir John Stevens, ex capo di Scotland Yard che aveva ricevuto la precisa direttiva di analizzare la fine di Diana e smentire ogni ipotesi di complotto. Un indagine costata già costata 3 milioni di euro, adesso si è allargata. Gli investigatori, secondo il tabloid non riuscirebbero a eliminare il sospetto di un complotto. Inoltre, gli inquirenti starebbero indagando anche sulla possibilità che l'autista a servizio della famiglia Fayed fosse sul libro paga dei servizi segreti inglesi. A complicare ulteriormente la vicenda si è aperto un altro ramo di indagine che riguarda la morte del primo amante conosciuto della principessa del Galles, Barry Mannakee, deceduto in un incidente di moto nel 1987 e il fotografo James Andanson trovato morto tre anni dopo dalla morte di lady Diana in un bosco, a seguito di un “ suicidio”. Il settimanale inglese The People (2 milioni di lettori) ha citato fonti anonime vicine alla polizia francese secondo cui l'operazione è stata condotta da "ex" agenti dei servizi inglesi MI-6 (quelli che operano nelle imprese di sicurezza "private" ). Da altre fonti l'EIR ha potuto ricostruire come all'Hotel Ritz ci fossero almeno cinque personaggi sospetti che seguivano gli spostamenti di Diana e Dodi Al Fayed. Uno di questi osservava l'uscita posteriore dell'Hotel, e ha fatto una telefonata col suo cellulare quando ha visto uscire l'auto con Diana a bordo, successivamente si sarebbero messi in moto non solo i fotografi, che si presumeva fossero stati depistati, ma anche le due automobili che avrebbero causato l'incidente. Ma vediamo cosa accadde. Diana e Dodi lasciarono la Francia del sud alle 13:30 del 30 agosto e su un Jet del padre e andarono a Parigi.

Alle 15:20 l’aereo arrivò a Le Bourget di Parigi e una Mercedes seguita da una Range Rover verde li stava aspettando. Nell’auto c’era anche la guardia del corpo di Dodi: Trevor Rees-Jones, 29enne che era stato membro del reggimento scelto dei Parà britannici e nella Range Rover c’era Henri Paul, il capo di sicurezza al Ritz e un’altra guardia del corpo, Kes Wingfield.

E si fermarono a Villa Windsor, una casa che oggi appartiene a Mohamed Al Fayed che si vociferava sarebbe stato il loro regalo di nozze. Non è vero che si fermarono per lungo tempo ma da come afferma la seconda guardia del corpo si fermarono li per circa 10 minuti. Il Ritz si trova in Place Vendome e tutti i palazzi che circondano la piazza, al primo piano, presentano simboli del sole e della croce molto simili ai simboli usati dagli antichi per rappresentare il percorso del sole nl corso dell’anno. Al centro della piazza inoltre c’è una statua che ricorda molto la colonna Nelson a Trafalgar Square. La protezione di Diana come abbiamo visto era affidata alle guardie di Al Fayed e non al SPHP, per i VIP, della polizia Parigina. L’SPHP si offrì di scorta per più volte ma Dodi rifiutò. I promessi sposi andarono nella Suite Imperiale seicentesca del Ritz (6000$ a notte). Li chiamò un suo amico, giornalista del Daily Mirror Richard Kay al quale confessò di voler ritirarsi dalla scena pubblica a novembre, era molto felice. Poco dopo le 19:00 la Mercedes fu condotta lungo gli Champs Elysées fino all’appartamento di Dodi vicino all’arco di trionfo. Henri Paul che aveva finito di lavorare alle 19:00 fino alle 22:00 sparì, e nessuno ha mai svelato dove sia stato in quelle ore. Quando lasciarono l’hotel Ritz, dove avevano cenato non c’era nessuna scorta e si imbarcarono su un’altra Mercedes, della serie 600 che era priva dei vetri oscurati e affittata dall’hotel . Al volante c’era Henri Paul e accanto a lui c’è Trevor Rees-Jones, una guardia del corpo di Al Fayed, che è sul sedile posteriore con Diana alle 12:20 partì a grande velocità.Dopo aver percorso Rue Camion girò a destra in Rue Rivoli fino a Place de la Concorde, poi si fermò un attimo al semaforo, dove un paparazzo si accostò alla Mercedes e così quando c’era ancora il semaforo rosso si diresse verso Cours la Reine e imboccarono la gallera fatale e si schiantarono contro il pilastro n°13 Henri e Dodi morirono all’instante mentre Diana fu clinicamente morta dopo 20 minuti, cioè molto tempo prima che arrivasse all’ospedale. Trevor Rees-Jones sopravisse grazie alla cintura di sicurezza. Ma… il tunnel del Pont de L’Alma non si trova sulla strada che porta all’appartamento di Dodi, ma sulla strada opposta. L’assassino principale poteva essere Henri Paul, il quale ubriaco aveva fatto sbattere la macchina contro il palo. Due giorni prima una perizia di una visita medica disse che lui non aveva mai fatto abusi di alcolici. L’unica anomalia era che il suo sangue conteneva il 20,7% di monossido di carbonio (alcol nel sangue).

La prima ambulanza giunge sul posto alle 00:32. Diana, gravemente ferita, è ancora cosciente e si trova ai piedi del sedile posteriore. Dodi è sul sedile, morente: verrà dichiarato morto alle 01:30. Anche Paul è morto nell’impatto, mentre Rees-Jones è gravemente ferito. Diana, assistita sul posto, viene estratta dalle lamiere alle 01:00. Portata ancora viva all’ospedale Pitie-Salpetriere alle 02:06, presenta gravi lesioni al cuore e ai polmoni. Viene dichiarata morta alle 3 del mattino del 31 agosto 1997, Diana Spencer era nata il 1 luglio 1961 a Parkhouse ed era principessa del Galles. Si potrebbe ipotizzare solo una cosa che ad uccidere Diana non è stato l'urto del veicolo in cui viaggiava la notte del 31 agosto ma una somma calcolata di errori premeditati a cui i soccorritori furono indotti sotto la direzione personale di esponenti del governo francese che si sono tenuti in stretto contatto tra loro: il capo della Polizia di Parigi Philippe Massoni ed il ministro degli Interni Jean-Pierre Chevènement. Il primo ha diretto le operazioni nel tunnel de l'Alma, il secondo quelle presso l'ospedale La Pitié Salpetrière.

Bernardo Ferro - 30 giugno 2007 - fonte

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