‘Solo denunciato, perché?’

Albanese deferito per ebbrezza e omicidio colposo, la gente non ci sta

Agli arresti, piantonato, non finisce nessuno. Si parte da una denuncia: quella formalizzata ieri mattina nei confronti di Ashim Tola, l’albanese 34enne alla guida dell’Audi A4 che si è schiantata contro la Seat Leon sulla quale viaggiavano Adam, Junior, Adenilson e Davide, tutti morti sul colpo la notte tra mercoledì e giovedì scorsi, a Castelvetro Piacentino, poco oltre il Bennet, lato Monticelli d’Ongina. La confema è giunta ieri dal pm piacentino Antonio Colonna.

La denuncia per guida in stato di ebbrezza e per omicidio colposo plurimo — di cui si è appreso ieri mattina in Procura a Piacenza — è stata formalizzata nelle ore durante le quali in tanti, di qua e di là del Po, iniziavano a domandarsi perché non fosse ancora arrivata la notizia di un arresto. La risposta sta nel Codice: niente pericolo di fuga, anche viste le condizioni del 34enne; e poi il giovane a Piacenza ha famiglia, lì abita con i genitori. Insomma, nessun rischio che sparisca. Detto questo, pensare che tra qualche giorno, se il quadro clinico migliorerà (è il meno grave dei tre albanesi a bordo dell’Audi A4 station wagon, tutti peraltro ancora in prognosi riservata: lui è in Chirurgia, gli altri in Rianimazione), potrà lasciare l’ospedale Maggiore senza chiedere conto a chicchessia fa masticare amaro parecchi. Questo è stato un leit motiv, ieri, tra i parenti e gli amici che si sono stretti alle quattro famiglie distrutte. Un sentimento a tratti rabbioso, quello espresso da decine di persone, che non si può tacere. Quanto alle certezze degli inquirenti — la titolarità dell’indagine spetta ai carabinieri della stazione di Monticelli d’Ongina — quella che al volante dell’Audi A4 si trovasse Tola è fuori discussione e si deve all’incrocio degli elementi raccolti a spron battuto nelle ore successive lo schianto. A cominciare dalla testimonianza degli operatori del servizio 118 intervenuti tra le lamiere delle due vetture: hanno riferito d’aver soccorso la persona alla guida dell’Audi dopo le altre due e di aver tolto soltanto a quest’ultima i pantaloni. Cercare quel capo d’abbigliamento e trovarvi nelle tasche il documento del 34enne è stato tutt’uno per i militari guidati dal comandante Vincenzo De Luca, che poi hanno ottenuto un’ulteriore conferma da alcuni soccorritori: è stato chiesto loro se risultasse che alla guida ci fosse il 34enne e la risposta è stata affermativa, senza esitazione alcuna. Quanto al tasso di alcol, da Piacenza si è appreso ieri che il test fatto sul 34enne ha rivelato un livello pari a 1,69 (0,5 il limite consentito dal Codice della Strada per mettersi alla guida di un veicolo). Tracce di alcol sono state trovate anche nel sangue del proprietario dell’Audi, Defrim Prenci (il quale, non essendo alla guida, non è stato deferito). Quanto al terzo albanese a bordo della station wagon, il cugino di Tola, nel suo sangue non risultano tracce rilevanti di alcol. Ieri si è fatta strada l’ipotesi che l’Audi A4 abbia iniziato a sbandare nei pressi del bivio per San Pedretto perché i tre avevano deciso di raggiungere il locale notturno che si trova in quella frazione. Un’ipotesi destinata a restare tale. Come quella dei fari spenti dell’Audi.

di Giacomo Guglielmone - 30-06-2007 - fonte

correlato all' articolo precedente

Nessun commento:

Basta guerre nel mondo!