La droga dietro due morti caccia ai pusher assassini

DUE morti per sospetta eroina tagliata male. Eroina killer, allungata (tagliata appunto) con sostanze impure o troppo pura e quindi fulminante. In Procura sono stati aperti due fascicoli distinti che però potrebbero confluire in uno unico visto che il giro dell’eroina in città vede protagonisti un nucleo ristretto e spesso collegato di spacciatori che si approvvigionano dagli stessi canali.

Che ci sia l’eroina dietro i decessi di Fabrizio Caregnato, 43 anni, morto nello scorso mese di marzo in un alloggio di via Ponchielli alla Fornaci, e di Roberto Rogano, per gli amici “Adriano”, 38 anni, trovato cadavere a metà giugno in casa sua a piazzale Moroni, non ci sono più dubbi. Lo hanno accertato gli esami autoptici disposti dalla Procura che hanno evidenziato tracce di droga nel sangue e conseguenti collassi cardiocircolatori tipici del “post” overdose.

Da qui la doppia inchiesta che sta cercando di capire da chi siano state cedute le rispettive dosi letali e se per caso facciano parte di una partita di eroina killer sbarcata a Savona. L’indagine è appunto separata ma idealmente unica vista la somiglianza dei casi e tanti “parallelismi”.

In particolare sul dramma di Fabrizio Caregnato gli inquirenti hanno sospetti su un pregiudicato savonese già nei guai per vicende legate allo spaccio che potrebbe avergli ceduto la dose letale poche ore prima del malore fatale nella casa delle Fornaci dov’era con la sua compagna-convivente. Se questa cessione venisse confermata a carico del pusher si configurerebbero gravi responsabilità in ordine all’omicidio colposo. Sull’indagine però vige il massimo riserbo. Impossibile sapere di più. «Stiamo indagando» è l’unica replica.

Nel caso di Roberto Rogano l’indagine è ancora più delicata perché a quanto pare nel suo appartamento sono stati trovati un paio di occhiali forse di un amico tossicodipendente la cui posizione è diventata scottante. Questo amico risulterebbe consumatore di eroina e quindi potrebbe essere stato con Rogano negli attimi prima del collasso fatale. Uno dei dubbi è che possa avergli fornito lui la dose letale o almeno sappia chi lo ha fatto. E oltre all’aspetto della provenienza della droga c’è da capire se per caso sia colpevole di omesso soccorso: se c’erano i suoi occhiali in casa della vittima, poteva essere con lui ma non ha dato l’allarme quando si è sentito male. Come mai? (l’allarme, il giorno dopo, è partito dai colleghi di lavoro della coop Nova non vedendolo arrivare sul cantiere). A meno che quegli occhiali non li abbia semplicemente dimenticati giorni prima. Ma perché si erano visti?

Si tratta per ora di semplici sospetti su cui gli inquirenti stanno lavorando da un mese a tutto campo. Il proprietario di questi occhiali, tra l’altro, è in questi giorni oggetto di un’altra indagine in corso in quanto cliente di una serie di tossici collegati ad un recentissimo arresto nell’ambito dello spaccio cittadino. Il dubbio, insomma, è capire se tra questi spacciatori e Roberto Rogano ci sia stato un contatto nel week end in cui ha perso la vita. E se qualcuno gli abbia spacciato una dose killer, tagliata male. La doppia indagine prosegue e non sono esclusi colpi di scena nelle prossime ore.

Dario Freccero - 22 luglio 2007 - ilsecoloxix.it

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